Green pass intestati ad Adolf Hitler
Un furto di dati sta mettendo in crisi il sistema di controllo digitale europeo dei certificati Covid.
Dalla serata di martedì hanno iniziato a circolare su Twitter, su siti specializzati e forum due cosiddetti green pass (certificati verdi) intestati ad Adolf Hitler, con unica differenza la data di nascita. Uno riportava il 1° gennaio del 1900, l’altro il 1° gennaio del 1930.
Al di là dell’evidente bufala e dell’errata data di nascita del Fuhrer, nato il 20 aprile del 1889, entrambi i pass avevano però un QR code che, se scannerizzato con la app ufficiale, vale a dire l’unica abilitata alle verifiche, era valido e utilizzabile ogni qualvolta venisse richiesto.
Quale sia la reale entità del furto e dei danni che possa aver provocato a livello europeo non è ancora stato quantificato, così come non c’è ancora una indicazione su quale sia il paese, o i paesi, che hanno subito la compromissione dei propri sistemi informatici.
Questo espone l’intero sistema del green pass europeo – compreso il certificato covid svizzero – alla possibilità che vi siano in circolazione attestazioni valide ma ottenute senza alcun tipo di verifica. Secondo un esperto citato dall’agenzia ANSA, Livio Varriale, potrebbe essere necessario generare nuove chiavi informatiche, obbligando tutti a riscaricare i certificati covid che nel frattempo sarebbero invalidati. Uno scenario da confermare.
In proposito il giornalista informatico Paolo Attivissimo, che per RSI cura il podcast Il DisinformaticoCollegamento esterno, sta ricostruendo e aggiornando la questione nel suo blogCollegamento esterno.
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