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Taglia su soldati USA, la Casa Bianca minimizza

Militari trasportano una bara fuori da un aereo
Dall'intervento nel 2001, in Afghanistan sono morti oltre 2'350 militari statunitensi. Nel paese sono ancora stazionati circa 13'000 soldati USA. Keystone / Jose Luis Magana

Dopo le rivelazioni del New York Times circa la presunta ricompensa versata da Mosca ai talebani che uccidevano soldati statunitensi in Afghanistan, esponenti dell'amministrazione Trump cercano di gettare acqua sul fuoco.

Tra i servizi di intelligence americani non c’era un consenso riguardo la vicenda delle taglie pagate dalla Russia ai talebani per i militari statunitensi uccisi. Lo ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany, ribadendo che il presidente Trump non era stato informato di questo dossier.

Lunedì, Trump aveva da parte sua affermato in un tweet: “L’intelligence mi ha appena detto che non ha trovato credibile questa informazione e quindi non l’ha riferita a me o al vicepresidente. Può darsi che sia un’altra bufala russa inventata, forse dal fake news New York Times, che vuole fare apparire male i repubblicani!”.

Una dichiarazione, quella di Trump, che non concorda però con quanto scrive lo stesso quotidiano: secondo due fonti, il presidente ricevette un’informazione scritta a fine febbraio, durante il briefing quotidiano dell’intelligence.

Il New York Times aveva rivelato tutta la vicenda venerdì scorso. Ad imbastire l’operazione sarebbe stato il Gru, il servizio informazioni delle forze armate russe, che avrebbe distribuito soldi ai talebani o più in generale a combattenti islamisti.

Il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca – riporta ancora il giornale – sarebbe stato al corrente della situazione, ma alla fine, dopo numerose discussioni, non avrebbe deciso nulla, malgrado nel 2019 almeno 20 soldati americani siano stati uccisi in Afghanistan.

A fine febbraio, i talebani – che hanno negato di aver ricevuto soldi da Mosca – avevano sottoscritto un accordo che prevede il ritiro delle truppe straniere dall’Afghanistan in cambio dell’avvio di un dialogo di pace inter-afghano e della liberazione di prigionieri. Martedì, durante una discussione con il segretario di Stato americano Mike Pompeo, hanno reiterato il loro impegno a rispettare questa intesa.

Nel servizio, l’inviato della RSI negli USA intervista uno dei tre giornalisti del NYT autori dello scoop:

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