Heathrow nel caos
Lo scalo londinese, in difficoltà a causa dei licenziamenti legati alla pandemia, chiede alle compagnie aeree di non vendere più biglietti.
Se gli scioperi del finesettimana hanno causato non poche difficoltà ai viaggiatori presenti negli aeroporti europei (i controllori di volo italiani, per esempio, hanno incrociato le braccia e questo, di conseguenza, ha messo in difficoltà anche gli scali di altri Paesi), e pian piano la situazione sta tornando alla normalità, non è così ovunque.
Lo scalo londinese di Heathrow, per esempio, è nel caos da tempo: a causa dei tanti licenziamenti tra il personale di terra avvenuti durante la pandemia, continuano le cancellazioni di voli, gli smarrimenti di bagagli e lunghe code ai controlli. Un’emergenza che ha portato a decisioni drastiche: l’aeroporto ha infatti chiesto alle compagnie aeree di non vendere più biglietti per due mesi. I ritardi nelle assunzioni e nella formazione del personale hanno portato a questa situazione diventata ormai ingestibile (hanno fatto il giro del mondo le immagini dell’enorme accumulo di valigie, a seguito di un guasto al sistema di gestione dei bagagli).
Lo scalo, dove fino al 2020 transitavano 250’000 passeggeri al giorno, si vede ora costretto a limitare questo numero a 100’000.
Le difficoltà, fa sapere il direttore generale di Heathrow John Holland-Kaye, sono destinate a durare ancora a lungo: “Penso che ci vorranno dai 12 ai 18 mesi prima che l’intero settore riesca a tornare al punto in cui era prima della pandemia”, ha dichiarato ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI.
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