I premi sanitari calano dopo oltre un decennio
Dopo un decennio di incessanti aumenti i premi pagati dai cittadini e dalle cittadine per l'assicurazione sanitaria obbligatoria diminuiranno, anche se solo lievemente, il prossimo anno.
Lo ha comunicato l’Ufficio federale della sanità pubblica che ha indicato in 315,30 franchi il costo mensile medio per ogni assicurato, vale a dire lo 0,2% in meno dal prossimo gennaio.
“Si tratta del primo calo dal 2008 e un’ottima notizia per le famiglie”, ha sottolineato in conferenza stampa a Berna il ministro della sanità Alain Berset. Nell’ultimo decennio infatti, i premi erano aumentati in media del 2,4% all’anno e la progressione è stata costante dall’introduzione della riforma a metà degli anni ’90.
Diminuzione non uniforme
Naturalmente vi sono differenze a livello regionale che incidono sull’evoluzione dei premi, all’interno di una fascia che va dal -2,1% al +1,4%. Il calo coinvolge oltre la metà dei cantoni, in particolare a Basilea Città (-2,1%), seguito da Ginevra (-1,5%) e Grigioni (-0,9%). Incrementi marcati si registrano invece nella Svizzera Centrale: Obvaldo (+1,4%), Glarona (+1,1%) e Nidvaldo (+0,9%).
Variazioni si osservano anche tra le diverse fasce d’età: per i giovani adulti (19-25 anni) il calo medio è dell’1% mentre per adulti (sopra i 25 anni) e minorenni risulta più contenuto (-0,3%).
Alain Berset ha individuato in due fattori principali la spiegazione di questa evoluzione. “Gli assicuratori hanno fatto calcoli più precisi”, ha osservato il consigliere federale friburghese, che ha evocato in proposito le novità contenute nell’ordinanza sulla vigilanza sull’assicurazione malattie (OVAMal), entrata in vigore in giugno. Essa consente infatti agli assicuratori di ricorrere più facilmente alle riduzioni volontarie delle riserve (gli accantonamenti obbligatori effettuati dalle compagnie assicurative) e li incentiva a stabilire i premi limitando i margini di calcolo.
La combinazione di questi due elementi, ha commentato il consigliere federale friburghese, si traduce in un onere meno elevato (-1,3%) sul bilancio delle economie domestiche per il 2022. “Non è una flessione forzata a cui seguirà un’esplosione futura”, ha continuato Berset, che prevede una stabilizzazione della situazione nonostante la pandemia, il cui impatto preciso sui costi sanitari, in assenza di dati sufficienti, rimane per ora ignoto.
Ancora troppe riserve
Considerato poi che le riserve a disposizione degli assicuratori sono ancora notevoli (e supereranno i 12,4 miliardi di franchi) il Consiglio federale ritiene necessario protrarre le riduzioni nei prossimi anni. L’Ufsp ha inoltre approvato una somma di 134 milioni destinata a compensare i premi pagati in eccesso (alcune casse malati riverseranno tale importo nel 2021).
Ma in futuro, a causa dell’evoluzione demografica e del progresso tecnico, i costi sanitari tenderanno inevitabilmente a salire. L’esecutivo si è posto l’obiettivo di limitarne l’incremento a quanto giustificabile dal punto di vista medico ed è già al lavoro su questo fronte, si precisa da Berna.
I due pacchetti di misure sul tavolo, uno all’esame del parlamento e l’altro in fase di elaborazione da parte del governo, dovrebbero consentire di risparmiare centinaia di milioni.
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