I programmi dei due deputati “svizzeri” a Roma
La sinistra, disunita, ha perso domenica la leadership nel voto degli italiani residenti nella Confederazione. Intervista ai due eletti nella circoscrizione Europa provenienti dalla Svizzera.
Per la prima volta in terra d’Elvezia l’ha spuntata la coalizione di centrodestra (FdI-Lega e FI) che ha ottenuto il 35,65% delle schede alla CameraCollegamento esterno, davanti al PD fermo al 29,99%, che è stato superato per un soffio anche al Senato (36,35% contro il 36,82% raccolto da Meloni, Salvini e Berlusconi).
La somma dei partiti di sinistra (PD, alleanza Sinistra-Verdi, +Europa, Impegno Civico), che a Roma hanno corso assieme, dà però un risultato diverso: 41,7% a Montecitorio e 39,7% a Palazzo Madama. Un primato in linea con lo scrutinio nella Circoscrizione EuropaCollegamento esterno dove i progressisti, in particolare il Partito democratico da solo, precedono il centrodestra e conquistano due dei quattro scranni parlamentari in palio (uno alla Camera e uno al Senato), andati tutti al PD. In totale nelle circoscrizioni estere i dem hanno ora 7 parlamentari su 12Collegamento esterno.
Un’ultima annotazione riguarda il Cantone Ticino, dove l’esito dello scrutinio, favorevole alla destra, è stato determinante per il successo della coalizione a guida FdI sul PD. L’effetto Meloni, insomma, non si è fermato a Chiasso ma al massiccio del San Gottardo. Va anche sottolineato che nella Confederazione hanno votato 140’000 italiani sui circa 500’000 iscritti all’Aire.
L’analisi del voto l’abbiamo affidata ai due deputati eletti che risiedono in Svizzera: l’uscente Simone Billi (Lega), ingegnere stabilitosi a Wettingen (Argovia) e Toni Ricciardi, capolista del PD e professore di storia delle migrazioni all’Università di Ginevra.
tvsvizzera.it: Quali sono le cause all’origine della sconfitta in Svizzera del PD, superato dalla coalizione di centrodestra, a differenza di quanto avvenuto nel resto dell’Europa?
Simone Billi: In realtà il PD ha perso posizioni anche in Europa, analogamente a quanto avvenuto in Italia. È un sistema di potere che si sta pian piano sgretolando. E nel contesto europeo la Svizzera, ma anche la Germania, sono i primi feudi rossi che sono crollati.
Toni Ricciardi: I numeri non dicono questo: la somma della coalizione di sinistra (PD al 29,9, Sinistra-Verdi al 6,2%, +Europa al 3,2% e Impegno civico al 2,2%) è pari a 41,7% contro il 36,6% del centrodestra alla Camera e a 39,2% contro il 36,8% del centrodestra al Senato. Nel voto espresso dagli italiani nella Confederazione poi incide molto la contiguità territoriale, basti guardare in proposito i risultati in Ticino. Determinante è stata la parcellizzazione del centrosinistra. Semmai in Svizzera e in Europa abbiamo ribaltato il trend negativo nazionale.
Quali sono le priorità per gli italiani e le italiane residenti nella Confederazione nella legislatura che si appresta ad iniziare?
Simone Billi: Ritengo che non sia procrastinabile il potenziamento della rete consolare, l’abolizione dell’imposta IMU sulla prima casa per gli italiani residenti all’estero e il consolidamento dei corsi di cultura e lingua italiana. In quest’ottica è importante anche il sostegno dell’associazionismo riferito alle comunità degli espatriati italiani.
Toni Ricciardi: Per prima cosa occorre chiudere l’iter riguardante l’accordo dei frontalieri. Al riguardo serve un tavolo di discussione serio tra Italia e Svizzera sulla fiscalità in generale, per risolvere situazioni che rasentano l’illegalità, in particolare in tema di doppia imposizione. In secondo luogo, va migliorata tutta una serie di servizi destinati agli espatriati: se occorrono dai 4 ai 6 mesi per rinnovare un passaporto significa che qualcosa non funziona.
La nuova maggioranza a Roma è destinata a incidere sui rapporti italo-svizzeri? Sono ipotizzabili cambiamenti nelle relazioni bilaterali?
Simone Billi: Prevedo che si andrà verso un rafforzamento dei rapporti tra Roma e Berna. La Svizzera è un partner fondamentale per l’Italia dal punto di vista economico e geografico. In particolare in merito alla fiscalità dei frontalieri, un nuovo accordo è stato raggiunto in questa legislatura. Vedremo se ci sono margini per ulteriori miglioramenti, poiché l’intesa deve essere buona per entrambi i Paesi.
Toni Ricciardi: Non lo so e non lo auspico. È chiaro che il modus operandi e la collocazione internazionale può incidere nei rapporti tra Paesi. Ritengo che sia necessario mantenere un profilo istituzionale serio. Ma non sono preoccupato tanto da questo aspetto ma dalla narrazione sociale che rischia di attecchire nel paese e dal clima che si sta instaurando in Italia: dal 1994 chi ha governato non ha mai vinto le successive elezioni e questo aspetto dovrebbe porre più di un interrogativo.
La prima cosa su cui pensate di impegnarvi personalmente fin dall’inizio della legislatura.
Simone Billi: Come ho precedentemente detto la priorità è costituita dal potenziamento della rete consolare, su cui ultimamente si sono intensificate le lamentele. È assolutamente necessario disporre di servizi adeguati, anche perché all’aumento esponenziale degli italiani all’estero – da tre milioni di iscritti all’AIRE nel 2006 si è passati oggi a oltre sei milioni – è corrisposta una costante diminuzione del personale consolare. I tagli si susseguono dal Governo Monti, il personale partente non viene più sostituito e con la pandemia diverse rappresentanze sono state provvisoriamente chiuse.
Toni Ricciardi: Per prima cosa occorre uscire dalla ghettizzazione. Un ministero o una commissione degli italiani nel mondo finiscono per appesantire il processo decisionale. Questioni come quelle fiscali devono essere trattate direttamente dalle commissioni bilancio e finanze e non passare preliminarmente da altri organi. Bisogna entrare nell’ottica che i problemi degli italiani all’estero devono essere considerati come quelli di una 21esima regione italiana. Questo per evitare di dover rivendicare sempre soliti 4 centesimi al posto di quelli che spetterebbero in un sistema equilibrato di ripartizione delle risorse tra cittadini.
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