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Il boom delle case secondarie sulle Alpi

Case di vacanza a Zermatt.
Case di vacanza a Zermatt. © Keystone / Christian Beutler

Vendite record di case di vacanza nelle rinomate località turistiche alpine. Ma i prezzi proibitivi penalizzano i residenti.

La pandemia ha ridato slancio alla domanda di residenze secondarie. Complici l’home office e la voglia di allontanarsi dai grandi centri urbani, nella regione alpina è stato venduto praticamente tutto ciò che il mercato offriva come appartamenti o case di vacanza.

L’offerta di residenze secondarie rimane condizionata dai limiti imposti dalla legge WeberCollegamento esterno, i prezzi dunque sono fortemente aumentati: in media nel 2021 si è pagato l’8% in più per acquistare un immobile in montagna.

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I prezzi sono diventati praticamente proibitivi nelle destinazioni maggiormente ricercate come St. Moritz, Gstaad o Verbier dove i prezzi al metro quadrato si aggirano attorno ai 16’000 franchi (15’500 euro).

Il mercato attualmente è surriscaldato e, chi compra, secondo gli esperti rischia di pagare prezzi troppo elevati.

Engadinesi senza alloggi

Ma la forte richiesta di case di vacanza ha effetti negativi sulla popolazione locale, confrontata con prezzi così elevati. Per i proprietari è infatti molto più conveniente vendere o affittare ai vacanzieri.

Alcune scappatoie, che vengono agevolate dalle maglie larghe delle disposizioni di applicazione dell’iniziativa Weber, consentono poi loro di aggirare il limite massimo del 20%Collegamento esterno di case secondarie sull’intero parco immobiliare dei comuni.

Ristrutturando un vecchio edificio ad esempio è possibile, in certi casi, convertire gli alloggi da primari in secondari. Ma questo comporta il fatto che le pigioni diventano proibitive per i residenti, con conseguente spopolamento dei comuni montani.

Con incentivi, divieti o intervenendo direttamente nel mercato immobiliare, alcuni comuni stanno cercando soluzioni alla mancanza di spazio abitativo.

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