Il caffè in Svizzera costa sempre di più
Quest'anno una tazza di caffè lungo nei bar e ristoranti della Svizzera tedesca costava in media 4,30 franchi, ossia cinque centesimi in più rispetto al 2020. E l'anno prossimo il prezzo è destinato a lievitare ulteriormente.
“Il rincaro di quest’anno è certamente anche una conseguenza della pandemia di coronavirus”, spiega il presidente di CafetierSuisse Hans-Petter Oettli, citato in un comunicato in occasione della conferenza stampa annuale dell’organizzazione. “La crisi prosegue e altri fattori di costo stanno crescendo, quindi potranno essere necessari aumenti di prezzo più significativi per compensare il calo delle vendite e per costituire delle riserve”.
Stando alle analisi dell’associazione, nella Svizzera tedesca il cosiddetto café crème (caffè lungo con una porzione di panna da caffè), la bevanda calda più gettonata nei ritrovi pubblici, costava quest’anno in media 4,30 franchi (4,10 euro), vale a dire 5 centesimi (+1,2%) più che del 2020. Il prezzo si conferma così di nuovo in aumento dopo aver subito nel 2019 un lieve calo (-3 centesimi) che aveva costituito il primo arretramento in oltre 30 anni di rilevamenti.
Lo scarto registrato fra i singoli punti vendita è comunque notevole e va – sempre per il caffè lungo – da 3,00 a 6,00 franchi. Questo differenziale è riscontrabile sia nell’insieme della Svizzera tedesca (non sono state considerate altre regioni linguistiche, ad eccezione della parte francofona del Canton Berna), sia per esempio in una realtà più ristretta quale la città di Zurigo.
Un livello che fa della Svizzera uno dei Paesi più cari al mondo per quanto concerne il prezzo di un caffè servito al bar o al ristorante.
CafetierSuisse non avanza alcuna raccomandazione di prezzo. Le tariffe sono fissate a discrezione dei singoli ritrovi: vengono presi in considerazione la situazione a livello di concorrenza, il tipo di locale pubblico e la sua ubicazione.
Va inoltre rilevato che nella Svizzera italiana il prezzo del caffè, in particolare dell’espresso, è sensibilmente più basso rispetto a quello nel resto del Paese. Ciò è senza dubbio dovuto alla vicinanza con l’Italia.
Aumento dei salari minimi
Nel 2022 peserà fra l’altro anche l’aumento dello 0,2% dei salari minimi concordati nel ramo. Tuttavia, lo sviluppo degli affari sarà di nuovo principalmente influenzato dagli effetti delle misure contro la pandemia e dei relativi aiuti pubblici.
CafetierSuisse prende atto con favore dell’azione moderata del Governo federale sul fronte delle restrizioni anti-Covid. Tuttavia, il settore è stato colpito duramente dalla stretta attuale, motivo per cui viene considerato necessario trovare rapidamente nuove soluzioni di compensazione ed estendere i sostegni. Concretamente l’associazione chiede fra l’altro una nuova normativa sui casi di rigore per compensare le perdite di fatturato, un’estensione della procedura semplificata per le indennità di lavoro ridotto e la sospensione degli ammortamenti dei crediti Covid.
Agli svizzeri e alle svizzere bere il caffè comunque piace: con 1’070 tazze per persona all’anno nel 2020 sono rimasti fra i primi consumatori a livello mondiale. Stando a CafetierSuisse l’intero settore – dal commercio al consumo, passando dalle macchine, ecc. – genera 5 miliardi di franchi annui, cioè un po’ meno dell’1% del prodotto interno lordo del paese.
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