Il centrodestra espugna Genova e altre roccaforti rosse
Il centrodestra trionfa nelle amministrative di questo fine settimana in cui si sono tenuti i ballottaggi per la poltrona di sindaco in 22 capoluoghi di provincia e numerosi comuni minori.
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tvsvizzera/spal
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La coalizione Forza Italia-Lega-FdI espugna storiche roccaforti della sinistra come Genova, l’ex Stalingrado d’Italia Sesto San Giovanni, Pistoia, la Spezia e sei comuni della rossa Emilia Romagna. In totale sono 16 (su 22) i capoluoghi di provincia ottenuti dai conservatori (ne governava solo 5) in un tipo di consultazione tradizionalmente favorevole alla sinistra. “Uniti si vince”, hanno iniziato a ripetere diversi esponenti di centrodestra evocando le divergenze, anche recenti, tra Berlusconi e Salvini che potrebbero rendere complicate future alleanze su piano nazionale.
Da nord a sud i sindaci moderati fanno incetta di voti: oltre alle località citate, Como, Monza, Lodi, Verona, Gorizia, Asti, L’Aquila, Catanzaro, Rieti, Frosinone e Oristano vedono prevalere candidati di destra. E Berlusconi, ringalluzzito dallo scrutinio, pensa già alle politiche del prossimo anno dove vuole tornare ad essere assoluto protagonista, se i giudici europei lo renderanno di nuovo eleggibile.
Sul fronte opposto il Pd sembra pagare una certa disaffezione del suo elettorato dovuta probabilmente alle fratture interne, così come sembra indicare la bassissima partecipazione al secondo turno (46%). E si consola con le vittorie a Lecce, Padova, strappate al centrodestra, e le conferme a Taranto, Palermo, Cuneo e Lucca. “Poteva andare meglio”, ha scritto su Facebook l’ex premier Renzi, le elezioni amministrative sono “un’altra cosa rispetto alle politiche”.
E in un tweet il segretario dem riporta un grafico con i dati di Youtrend da cui risulta che nei comuni con oltre 15’000 in cui si è votato, il centrosinistra ha vinto in 67 e il centrodestra in 59. Seguono le liste civiche a quota 20 e il M5S con 8 sindaci. Ma indubbiamente la sua leadership, confermata anche nelle recenti primarie del Pd, esce indebolita dal voto e da più parti viene chiesto un cambio radicale di rotta.
Mentre il Movimento 5 Stelle, accreditato nei sondaggi come prima formazione politica del paese, era praticamente uscito di scena già al primo turno e si deve accontentare della conquista di Carrara, anch’essa un feudo tradizionalmente di sinistra. A differenza delle precedenti amministrative, in cui avevano ottenuto successi clamorosi a Roma e Torino, i pentastellati non sono riusciti a entrare nei ballottaggi e per di più devono assistere alla conferma dell’ex grillino Pizzarotti a Parma, che in prospettiva potrebbe creare qualche fastidio al M5S.
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