Il conflitto ucraino preoccupa l’intelligence elvetica
Corsa agli armamenti, crisi alimentare, cyberattacchi e afflusso di profughi sono alcune delle conseguenze della guerra in Ucraina con cui la Svizzera sarà confrontata ancora per lungo tempo. È quanto emerge dal rapporto annuale del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) intitolato "La sicurezza della Svizzera 2022" che è stato illustrato lunedì a Berna.
Ma preoccupano anche l’estremismo violento, lievitato durante la pandemia, e la minaccia jihadista. Tutti fattori che per i responsabili dei servizi di informazione impongono un approccio più flessibile e dinamico da parte di Berna per non rischiare di farsi trovare impreparati agli imprevisti sviluppi delle crisi internazionali.
Il conflitto nell’Europa dell’Est e la pandemia hanno provocato un consolidamento delle tendenze politiche in materia di sicurezza, indica il documento. L’ordine mondiale è contraddistinto dalla rivalità strategica tra Stati Uniti e Cina e la guerra in corso in Ucraina potrebbe portare a un ulteriore avvicinamento tra Mosca e Pechino in funzione antioccidentale.
Torna il mondo a blocchi
Gli Stati occidentali, osserva il Sic, sono consapevoli della loro dipendenza dalla Cina e le sanzioni attuali contro la Russia ridurranno ancora le relazioni tra l’Occidente e il blocco russo-cinese In questo scenario le risposte comuni alle sfide globali quali il terrorismo, la proliferazione nucleare, le pandemie o ancora il cambiamento climatico sono sempre più difficili a causa delle rivalità tra i due blocchi.
“Siamo testimoni di un cambiamento epocale”, ha in proposito sostenuto la ministra della difesa Viola Amherd per la quale la Russia, isolata e indebolita dal punto di vista militare ed economico, sarà un attore difficile e pericoloso nei prossimi anni. Inoltre Finlandia e Svezia hanno chiesto l’adesione alla NATO e gli Stati europei si apprestano ad aumentare massicciamente le loro spese in materia di difesa, motivo per cui è prevedibile che il budget dell’esercito svizzero è destinato a seguire questo trend.
Ma la guerra in Ucraina mette in pericolo anche la sicurezza alimentare su scala mondiale, minacciando l’esistenza di alcune popolazioni e creando l’instabilità di alcuni governi. Anche la Confederazione, viene sottolineato, deve preoccuparsi della sicurezza dell’approvvigionamento, della gestione dei rifugiati dal teatro di guerra e della difesa dai cyberattacchi che stanno aumentando in questi mesi. “La minaccia per la Svizzera è reale”, ha dichiarato il direttore del Sic Christian Dussey, mentre per il momento non è stato constatato un aumento dell’attività di spionaggio russa nella Confederazione.
Estremismo violento e terrorismo
Nel suo rapporto annuale, l’intelligence elvetica rileva pure il rafforzamento dell’estremismo violento durante la pandemia. Ritiene tuttavia che questa radicalizzazione dovrebbe attenuanti con la fine della crisi. Nel 2021, 81 episodi violenti sono stati censiti nell’ambito dell’estremismo di sinistra e 3 in quello dell’estremismo di destra
Anche la minaccia terroristica in Svizzera rimane elevata, anche se lo scenario più probabile è quello di un atto di violenza commesso da un autore isolato e ispirato dal jihadismo che in Svizzera viene valutato “eterogeneo e poco organizzato”.
Un’altra fonte di preoccupazione per i servizi di informazione proviene dal continente Africano dove dal 2021 si è registrata un’ondata di sconvolgimenti politici – basti pensare al Mali, al Sudan, al Ciad, alla Guinea, al Burkina Faso e all’Etiopia – che hanno reso instabile l’intera regione. Ad Oriente resta tesa la situazione in Siria e Afghanistan.
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