Il franco infrange la parità con l’euro
La valuta elvetica è scesa mercoledì al di sotto della parità con l'euro. Il fenomeno viene spiegato dagli economisti con la nuova politica monetaria della Banca nazionale svizzera (Bns) che non sembra più intenzionata a intervenire con acquisti di valute estere, alla luce dei nuovi scenari monetari che si stanno imponendo sui mercati finanziari.
Alle 17.08 di mercoledì un euro era scambiato a 0,9991 franchi, evento che si era verificato l’ultima volta nel gennaio 2015, sulla scia della decisione della Bns di abbandonare il tasso di cambio minimo con la moneta europea. Nel video che segue il commento di Marzio Minoli, della redazione economia della Radiotelevisione svizzera Rsi.
Gli analisti del Credit Suisse, in proposito, ritengono che l’istituto di emissione elvetico è impegnato soprattutto nel contrastare le forti spinte inflazionistiche, che hanno portato a un aumento annuo dei prezzi stimato a maggio al 2,9%, ben superiore all’obiettivo del 2% indicato precedentemente.
Finora la Banca nazionale elvetica effettuava sui mercati massicci acquisti di valuta per contenere il rafforzamento del franco che penalizza seriamente le esportazioni elvetiche. Dal 2009 la banca centrale, secondo alcuni studi, avrebbe accumulato circa 775 miliardi di franchi in valuta estera.
Ma ora l’apprezzamento del franco viene valutato positivamente poiché riduce i rischi di inflazione importata dall’estero. E in caso di indebolimento del franco la Bns sarebbe pronta a vendere parte delle riserve in valuta estera. La soglia di intervento si situerebbe a circa 1,04-1,05 eur/chf.
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