Il Kunsthaus di Zurigo alla caccia delle opere trafugate
Il Kunsthaus di Zurigo ha deciso di ampliare le ricerche sulla provenienza di opere d’arte “sottratte a seguito di persecuzioni naziste”. Sotto la lente finirà anche la rinomata collezione Bührle, fiore all’occhiello della permanente zurighese.
Questo contenuto è stato pubblicato al
3 minuti
tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
La dichiarata intenzione di ricerca riguarderà anche le vendite di opere d’arte effettuate per necessità dai proprietari perseguitati dai nazionalsocialisti in Paesi terzi, quali la Svizzera.
Per condurre accuratamente le ricerche, il museo ha messo a disposizione delle risorse complementari, ha indicato la Società nazionale delle belle arti, proprietari della collezione del Kunsthaus. L’istituzione lavorerà in “maniera trasparente” per stabilire professionalmente l’origine delle opere, così da rendere possibili soluzioni giuste ed eque rispetto alla detenzione e/o alla restituzione delle stesse.
Esame sistematico della collezione
L’esame sistematico della collezione è già in corso e come già evocato verrà ampliato. In particolare la ricerca si focalizza sulle opere prodotte prima del 1945 e commerciate tra il 1933 e il maggio del 1945, ha precisato la Società.
La strategia presentata risponde alle critiche sollevate nell’ottobre 2021 a proposito della collezione Bührle. Quest’ultima, esposta al Kunsthaus, sarà l’oggetto di un’analisi separata. Di questa ricerca si occuperà lo storico zurighese Raphael Gross: incaricato dalla Fondazione Bührle valuterà la provenienza delle opere fornendo il verdetto conclusivo per la primavera 2024.
L’indagine vuole inoltre proporre un cambiamento nella percezione della problematica dell’arte depredata durante la seconda guerra mondiale. Infatti in origine, nel dibattito pubblico per “arte saccheggiata dai nazisti” si intendevano soltanto gli oggetti culturali che i nazionalsocialisti avevano direttamente sequestrato ai loro proprietari, per lo più ebrei. A questo riguardo la neo direttrice del Kunsthaus, Ann Demeester ha dichiarato che “in quanto museo, abbiamo una grande responsabilità sociale.”
Fuga dei beni
La questione si riallaccia inoltre alla definizione di “fuga di beni” presentato nel 2002 nel rapporto Bergier. Secondo il rapporto l’etichetta si applicava ad opere d’arte che erano state vendute dai loro proprietari in un Paese terzo sicuro come la Svizzera. Per quanto riguarda le questioni di restituzione e risarcimento, si applicano a questi “beni trafugati” standard diversi rispetto alle opere saccheggiate.
Il concetto di beni culturali sottratti a seguito di persecuzioni naziste comprende sia l’arte saccheggiata in senso stretto sia la “fuga di beni”. In questo modo si intende tenere conto in modo più completo delle difficili circostanze in cui le persone perseguitate hanno cercato di portare in salvo sé stesse, le loro famiglie e i loro beni. Questo include ad esempio le opere cedute per necessità. Questa estensione in termini di contenuti aumenta anche il numero di opere d’arte che gli eredi degli ex-proprietari potrebbero rivendicare.
Il presidente della BNS non esclude che si torni ai tassi d’interesse negativi
Questo contenuto è stato pubblicato al
Un ritorno agli interessi negativi non è da escludere: lo afferma Martin Schlegel, presidente della Banca Nazionale Svizzera (BNS), in un'intervista a Bloomberg TV in occasione del Forum economico mondiale (WEF) di Davos.
Scoperto presunto pacco bomba in edificio del centro di Ginevra
Questo contenuto è stato pubblicato al
Un potenziale pacco bomba è stato scoperto stamane in un edificio del centro di Ginevra. La zona è stata evacuata dalle forze dell'ordine.
Lo svizzero morto in prigione in Iran aveva fotografato dei siti militari
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il cittadino svizzero morto il 9 gennaio in una prigione iraniana era stato arrestato per aver fotografato un sito militare vietato. L'uomo avrebbe anche "collaborato con governi ostili". Lo hanno indicato le autorità giudiziarie iraniane.
Ignazio Cassis ha incontrato Maros Sefcovic al WEF di Davos
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il ministro degli esteri Ignazio Cassis ha incontrato oggi il Commissario europeo Maros Sefcovic a margine del Forum economico mondiale (WEF) in pieno svolgimento a Davos (GR). Sul tavolo delle discussioni, presso la House of Switzerland, i negoziati tra Berna e l'UE.
I film svizzerotedeschi protagonisti delle Giornate di Soletta
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'edizione anniversario (la sessantesima) delle Giornate di Soletta dedica un'ampia retrospettiva all'Arco giurassiano. Quest'anno a farla da padrone è la produzione svizzerotedesca.
Barry Callebaut vende meno, ma incassa di più grazie al prezzo del cacao
Questo contenuto è stato pubblicato al
Vendite in calo, ma nel contempo ricavi in crescita, sulla scia dell'aumento del prezzo del cacao: può essere sintetizzato così l'inizio del nuovo esercizio per Barry Callebaut, società zurighese numero uno al mondo nella produzione di cioccolato.
Questo contenuto è stato pubblicato al
La fase di aumento dei tassi d'interesse sui soldi in banca è stata di breve durata: la remunerazione dei conti risparmio è di nuovo scesa nettamente in gennaio.
Rammarico elvetico per il ritiro degli USA dall’OMS
Questo contenuto è stato pubblicato al
La Svizzera si rammarica “profondamente” dell'uscita dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) annunciata dal presidente statunitense Donald Trump, ha dichiarato martedì Elisabeth Baume-Schneider.
Nel 2024 è calato il numero di posti vacanti in Svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
Segnali di rallentamento per il mercato del lavoro svizzero: stando a un'analisi pubblicata da Adecco nel 2024 il numero dei posti vacanti è sceso del 10% rispetto ai dodici mesi precedente.
La salute delle donne va affrontata meglio perché l’economia ne beneficerebbe
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il modo in cui viene affrontata la salute delle donne è inadeguato e genera profonde disuguaglianze con gli uomini, con conseguenze importanti anche sull'economia nel suo complesso.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
La collezione Bührle “non è una collezione nazista”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il Kunsthaus di Zurigo fa chiarezza sulla controversa collezione, esposta nella nuova ala del museo d'arte zurighese dallo scorso ottobre.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Nella sua filanda in Toggenburgo, l'industriale Emil Bührle impiegò molte giovani italiane, le cui condizioni di vita erano di tipo quasi carcerario.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Zurigo è pronta a celebrare sabato 9 ottobre l'apertura al pubblico del nuovo edificio del Kunsthaus firmato dall'architetto David Chipperfield.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Sophie Taeuber Arp è stata una figura importante dell'arte moderna di inizio '900. Tre musei prestigiosi le rendono ora omaggio.
Questo contenuto è stato pubblicato al
È stato il commercio di armi a permettere ad Emil Bührle (1890-1956) di costituire la sua preziosa collezione d'arte.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.