Quello della Repubblica Ceca è uno dei primi padiglioni che si incontrano entrando dall’ingresso ferroviario. Ispirato al tema dell’acqua, l’aspetto di palafitta è accentuato dalla piscina circondata da sedie sdraio un bar, perfetti per un lido, un po’ meno per l’esposizione universale.
La statua della riviera
Stimola la riflessione l’insolita statua che rappresenta un ibrido tra uccello, auto e aereo spiccando sullo spazio che, nelle giornate più calde, è una delle mete più gettonate dai visitatori giovani in cerca della piscina.
All’interno il panorama cambia, riallineandosi alla sobrietà della nazione che è culla culturale del continente. Dei fasci di fibra ottica in costante movimento accompagnano la salita, dando l’idea di una cascata che dal soffitto scivola lungo la tromba delle scale. Una stanza, soprannominata Area del silenzio, riproduce al primo piano l’atmosfera di un tipico bosco boemo. Le piccole sonde mostrano sugli schermi dettagli difficilmente visibili a occhio nudo.
Un miscuglio di arte e tecnica
Segue, al secondo piano, un’area dedicata alle novità tecnologiche e scientifiche che il Paese ha deciso di presentare sul palcoscenico mondiale di Milano, con opere d’arte a fare da cornice. Il terrazzo, che chiude la visita del pubblico al padiglione, ospita un giardino da cui è possibile ammirare l’intero spazio espositivo.
Durante il percorso, il bar e due ristoranti raccontano la Repubblica Ceca a tavola, mettendo in mostra specialità gastronomiche a base prevalentemente di cacciagione. È vero che la selvaggina è più sostenibile degli allevamenti intensivi, ma dal cuore dell’Europa forse ci aspettavamo di più.
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