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Il Parlamento esamina il matrimonio UBS-Credit Suisse

cartello lavori in corso con logo credit suisse di fianco
I lavori delle Camere federali si protrarranno al più tardi fino a giovedì mattina. © Keystone / Georgios Kefalas

Da martedì le due Camere del Parlamento svizzero sono riunite per una sessione straordinaria dedicata all'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS.

Il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati devono in particolare discutere dei crediti urgenti chiesti dal Consiglio federale per un totale di 109 miliardi di franchi.

La sessione straordinaria terminerà al più tardi giovedì mattina.

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Come noto, gli scorsi 16 e 19 marzo il Governo svizzero ha annunciato diverse misure volte a scongiurare il dissesto di Credit Suisse, banca di rilevanza sistemica.

Quale misura di sostegno, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha in particolare deciso di mettere a disposizione di Credit Suisse liquidità sotto forma di prestito per un ammontare massimo di 100 miliardi di franchi. Durante questa sessione straordinaria, il Parlamento sarà chiamato a liberare un credito d’impegno che fungerà da garanzia per la BNS.

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Tale credito d’impegno – di 100 miliardi appunto – verrà impiegato solo in caso di necessità, “per permettere al Credit Suisse di proseguire la propria attività e quindi di procedere in modo ordinato all’acquisizione da parte di UBS”, precisa il Governo nel messaggio. Questi mutui disporranno di un privilegio in caso di fallimento di Credit Suisse. Ciò significa che il loro rimborso avrà la precedenza sulle pretese di altri creditori.

UBS e Credit Suisse dovranno anche pagare un interesse sul denaro preso a prestito dalla BNS nell’ambito della loro fusione. Il 19 marzo Marlene Amstad, presidente del consiglio di amministrazione della Finma, l’autorità di vigilanza dei mercati finanziari, ha indicato che questo ammonterà all’1,5%.

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Oltre ai 100 miliardi, il Consiglio federale ha chiesto al Parlamento di sbloccare 9 miliardi di franchi quale garanzia per UBS per eventuali perdite derivanti dalla vendita degli attivi di Credit Suisse. Questa garanzia verrebbe applicata solo se le perdite per UBS fossero superiori ai 5 miliardi.

Nel messaggio, l’esecutivo sottolinea come le due garanzie non avranno ripercussioni finanziarie dirette per la Confederazione. Conseguenze ci sarebbero infatti solo qualora il Credit Suisse dovesse fallire e la BNS, nonostante i privilegi sopraccitati, subisse una perdita che non potrebbe essere coperta dalla massa fallimentare, oppure se la realizzazione degli attivi assunti con l’acquisizione di Credit Suisse provocasse per UBS, come detto, perdite superiori ai 5 miliardi.

A fine marzo, le commissioni delle finanze dei due rami del Parlamento hanno raccomandato al plenum di approvare i due crediti urgenti.

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