La pandemia spinge verso l’alto il prezzo delle case di vacanza
Nel 2020 nell'arco alpino i prezzi di chalet e appartamenti di vacanza hanno fatto segnare un aumento fino ad oltre il 10%.
Sognate una casa di vacanza in Engadina? Se avete meno di un milione di franchi a disposizione, rischia di rimanere un sogno, a meno di accontentarsi di uno spazio piuttosto angusto.
Stando a uno studio pubblicato mercoledì da UBS, la regione grigionese – dove si trova Sankt Moritz – è la destinazione turistica più cara dell’arco alpino per quanto concerne le case di vacanze (e probabilmente non solo…). Qui, infatti, per una casa di fascia superiore bisogna calcolare circa 17’000 franchi al metro quadro. Rispetto all’anno precedente, vi è stato un incremento del 7%.
Al secondo posto della classifica si trova un’altra località svizzera, Gstaad. Nella stazione sciistica dell’Oberland bernese, apprezzata anche da alcuni membri della famiglia reale britannica, si deve sborsare circa 16’500 franchi al metro quadro.
Sul terzo gradino del ‘podio’ vi è invece Verbier, in Vallese, con prezzi che si aggirano attorno ai 14’500 franchi. Al quarto e quinto posto figurano Kitzbühel, in Austria, e Courchevel, in Francia. Per ritrovare una destinazione italiana, bisogna scendere fino alla 19esima posizione: a Cortina d’Ampezzo il metro quadro (sempre per un’abitazione di fascia superiore) si negozia a poco più di 9’000 franchi.
Caro e sempre più caro
Per lo studio, gli esperti di UBS hanno analizzato 41 destinazioni turistiche nell’arco alpino.
In quelle svizzere, i prezzi delle case di vacanza sono saliti in media del 4% rispetto al 2019, anno durante il quale era stata registrata una crescita sotto all’1%.
L’impennata è stata però più forte nelle località che erano già tra le più care: qui, la crescita media è stata dell’8%. Gli aumenti più importanti sono stati registrati a Davos/Klosters e Flims/Laax (entrambi nei Grigioni), con rispettivamente +11,7 e +11%.
“Nelle località di villeggiatura più economiche, invece, l’aumento del prezzo medio è di appena il 2%”, si legge nel comunicato della banca. E in quasi la metà delle destinazioni più economiche, i prezzi sono addirittura leggermente calati.
Secondo gli autori della ricerca, l’evoluzione si spiega in parte con la situazione pandemica. Le restrizioni di viaggio hanno ridestato interesse verso i luoghi di villeggiatura locali e la possibilità di lavorare a domicilio “ha fatto sembrare l’acquisto di una casa per le vacanze un’esperienza speciale”.
Inoltre, acquistare una casa secondaria è considerata da molti – non da ultimo gli stranieri – un investimento sicuro. “In tempi di incertezza economica, gli immobili diventano così ancor più richiesti”.
La spinta verso l’alto dei prezzi si spiega anche con la scarsissima offerta, “soprattutto nelle regioni di lingua tedesca”. A questa situazione ha contribuito l’iniziativa popolare “sulle abitazioni secondarie”, accettata nove anni fa dai cittadini svizzeri, che limita la parte di residenze secondarie rispetto al totale del parco immobiliare esistente. Dall’adozione di questa iniziativa – scrivono gli autori dello studio – “praticamente non sono state costruite nuove seconde case”.
Una tendenza che proseguirà nel 2021
Nell’anno in corso i prezzi dovrebbero continuare a progredire, secondo gli esperti di UBS.
Tuttavia, “sul medio termine, l’assalto alle case per le vacanze tornerà a calare e la loro richiesta diminuirà a fronte di prezzi più elevati e di conseguenza della sempre minore sostenibilità”.
La ripresa dei viaggi all’estero e il calo del ricorso al telelavoro, contribuiranno a fare abbassare la domanda a un livello inferiore rispetto a prima della pandemia.
I prezzi delle case di vacanza non rischiano però sicuramente di crollare: “Il possibile contraccolpo dovrebbe essere limitato per via del prevalente arresto di costruzione di seconde case che non concede alcun ampliamento dell’offerta”.
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