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In Svizzera i ricchi comprano oro, i piccoli risparmiatori criptovalute

bitcoin
Keystone / Sascha Steinbach

Uno svizzero su cinque investe in criptovalute e uno su quattro punta sull'oro: ma se il metallo prezioso è soprattutto appannaggio dei ricchi, su bitcoin e valori analoghi puntano soprattutto i piccoli risparmiatori.

Oro per i più abbienti, bitcoin per i chi mette via qualcosina. Sono queste le conclusioni cui giunge un sondaggio realizzato dal servizio di confronti internet Moneyland, un rilevamento che mostra come il canale di investimento numero uno sia ancora il contante (inteso anche come soldi su un conto bancario) e come sussistano sensibili differenze nei portafogli di donne e uomini.

Ai 1500 interrogati in aprile nella Svizzera tedesca e romanda è stato chiesto quanto denaro abbiano destinato a varie possibili forme di investimento: potevano scegliere la risposta su una scala da 1 (nulla) a 10 (tutti i loro beni).

Più del 70% tiene del contante in casa

Il risultato: se si guarda unicamente al tipo di collocamento dei soldi, indipendentemente dall’importo, al primo posto per diffusione si classifica il conto bancario privato (89%). Seguono i soldi in un conto di risparmio (83%), i contanti a casa (71%), la cassa pensione (65%), i fondi 3a (56%), il conto 3a (53%), l’assicurazione sulla vita (37%), gli immobili (35%), le azioni svizzere (27%), l’oro (26%) gli ETF (24%), i contanti in cassetta di sicurezza (23%), i fondi azionari attivi (23%), le azioni estere (22%), metalli preziosi escluso l’oro (18%), le obbligazioni (18%), il bitcoin (18%), le altre criptovalute (18%), i prodotti strutturati (+17%) e via via tutti gli altri strumenti.

Se invece si analizzano le risposte tenendo conto degli investimenti con grandi quantità di denaro (scala 7-10) emerge una classifica diversa: il 28% tiene molti soldi sul conto risparmio, un canale seguito dal conto privato (24%), dalla cassa pensioni (19%), dai fondi 3a (15%), dagli immobili (14%) e dal conto di risparmio 3a (12%), dalle assicurazioni sulla vita (9%) e dal contante in casa (8%).

Il 18% della popolazione investe in bitcoin

Confrontando questi dati con quelli di un analogo rilevamento effettuato l’anno scorso spicca come i bitcoin siano oggi detenuti dal 18% della popolazione, una quota in netta crescita rispetto all’11% del 2021. Anche l’esposizione in oro è salita, passando dal 18% al 26%, segno probabilmente che i risparmiatori sono alla ricerca di modalità per sfuggire all’aumento dell’inflazione. Ma il maggiore interesse per il bitcoin (e le altre criptovalute), con il 30%, viene registrato da chi ha patrimoni fra 50’000 e 100’000 franchi, mentre il metallo giallo è privilegiato – nella misura del 50% – da coloro che possiedono oltre 1 milione.

“Le criptovalute si sono affermate in vaste fasce di investitori, ma malgrado ciò rimangono una forma di investimento speculativa altamente rischiosa”, commenta Benjamin Manz, direttore di Moneyland, citato in un comunicato odierno. Spicca anche la differenza fra la quota di donne (13%) e uomini (23%) che investono in bitcoin. Ma le differenze di genere sono ravvisabili anche per altri investimenti, a partire dalle azioni svizzere (20% e 35% a seconda del sesso) ed estere (16% e 30%)

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