Due alternative al “vicolo cieco” del 9 febbraio
Il governo elvetico ha proposto mercoledì due varianti legislative all'iniziativa popolare denominata RASA ("Raus aus der Sackgasse", ossia "Fuori dal vicolo cieco"). Quest'ultima chiede di annullare i risultati della votazione del 9 febbraio 2014, giorno in cui il popolo svizzero ha accettato di inserire nella Costituzione delle clausole volte a frenare l’immigrazione.
La votazione del 9 febbraio 2014, durante la quale il popolo elvetico ha dato il suo consenso all’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”, lanciata dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), continua dopo quasi tre anni ad avere pesanti ripercussioni sulla vita politica della Confederazione.
Iniziativa contro iniziativa
Dall’impasse alla preferenza indigena “light”
Le modalità di attuazione dell’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa” hanno messo a dura prova Governo e Parlamento, che si sono trovati a dover risolvere la quadratura del cerchio e scegliere se introdurre una gestione autonoma dell’immigrazione con contingenti e tetti massimi, violando l’accordo di libera circolazione delle persone, o rispettare quest’ultimo, ma non completamente il nuovo articolo costituzionale.
È quest’ultima opzione che ha prevalso. Le Camere, lo scorso dicembre, hanno optato per la cosiddetta preferenza indigena “light”, che mira a limitare l’immigrazione europea incitando i datori di lavoro ad assumere disoccupati iscritti agli uffici di collocamento piuttosto che personale estero.
Mentre Governo e Parlamento stavano cercando di trovare un modo di applicare la volontà popolare senza mettere a rischio la libera circolazione delle persone con l’Unione Europea, un gruppo di cittadini, nel 2015, ha raccolto le 100’000 firme necessarie a convalidare un’iniziativa denominata RASACollegamento esterno (“Raus aus der Sackgasse”, ossia “Fuori dal vicolo cieco”). Questa chiede l’annullamento del voto del 9 febbraio 2014.
Il Governo aveva raccomandato lo scorso ottobre di respingere RASA, ma aveva nel contempo annunciato di voler opporre un controprogetto (una soluzione legislativa alternativa) all’iniziativa. È stato un segnale politico importante, che ha suggerito come l’Esecutivo avesse comunque intenzione di sottoporre nuovamente la questione al popolo.
Due varianti
Oggi, mercoledì, il Governo ha annunciato l’inizio di una procedura di consultazione Collegamento esternoper due possibilità di controprogetto a RASA.
La prima prevede di inserire nella Costituzione una disposizione secondo cui la regolazione dell’immigrazione deve tener conto degli accordi internazionali di grande importanza per la posizione della Svizzera in Europa.
Verrebbe inoltre abrogata la disposizione transitoria, prevista dall’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”, in base alla quale i trattati contrari alla Costituzione devono essere rinegoziati e adeguati entro tre anni. La seconda variante si limita a stralciare quest’ultima disposizione.
L’annuncio odierno del Governo ha subito provocato la reazione dell’UDC, che accusa l’Esecutivo di confermare ancora una volta di non voler rispettare la volontà popolare.Altri dibattiti in vista
Mentre con RASA e i relativi controprogetti sono i principi costituzionali stessi ad essere messi in discussione, un’ulteriore raccolta di firme è stata recentemente lanciata sulle norme di applicazione decise lo scorso dicembre dal Parlamento (la cosiddetta preferenza indigena “light”, vedi riquadro).
I promotori (fra i quali si trovano sia favorevoli che contrari alla nuova legge) sperano che un eventuale voto consenta di chiarire le relazioni fra Berna e Bruxelles.
L’UDC ha invece minacciato di lanciare un’iniziativa per disdire l’accordo sulla libera circolazione delle persone concluso con l’UE.
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