Niente segreto bancario per chi abita in Svizzera
L'iniziativa popolare "Sì alla protezione della sfera privata", che mira a garantire il segreto bancario per chi ha residenza fiscale in Svizzera, va respinta senza controprogetto.
Lo ha deciso il Consiglio degli Stati (il senato svizzero) distanziandosi così dal Nazionale (camera dei deputati) che aveva raccomandato la sua accettazione e gli aveva affiancato una controproposta. Per la maggioranza la privacy e il segreto bancario sono già sufficientemente protetti. Sia l’iniziativa che il controprogetto trasmetterebbero inoltre un segnale negativo ai contribuenti onesti.
Per questi motivi, i “senatori” hanno dunque – tacitamente – deciso di raccomandare a popolo e cantoni di bocciare l’iniziativa. Questa mira a inserire nell’articolo 13 della Costituzione federale il principio secondo cui “senza il consenso della persona interessata” possono essere fornite “alle autorità informazioni concernenti le imposte dirette prelevate dai cantoni” soltanto nell’ambito di un procedimento penale ed esclusivamente in due casi: “se esistono sospetti fondati dell’intenzione di commettere una frode fiscale tramite documenti falsificati, alterati o materialmente falsi” e “se esistono sospetti fondati di evasione fiscale intenzionale e ripetuta, mirante a sottrarre somme ingenti”.
Il comitato d’iniziativa, lo scambio automatico di informazioni finanziarie in Svizzera permetterebbe allo Stato di immischiarsi ancora di più nella vita privata delle persone, intaccando un bene centrale in una società liberale. Il controprogetto elaborato dal Nazionale, molto simile all’iniziativa, sancisce la protezione della sfera privata e famigliare, nonché della sfera privata finanziaria. La protezione di quest’ultima non è tuttavia totale. Con 25 voti contro 19, gli Stati ne hanno però respinto l’entrata in materia.
L’ultima parola, come sempre, spetterà al popolo.
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