Il Parlamento svizzero ha approvato venerdì in via definitiva la legge di applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa accettata dalla popolazione svizzera il 9 febbraio del 2014. Questo passo ha permesso di aprire la strada alla ratifica dell'accordo di libera circolazione con la Croazia.
Com’era prevedibile, la legge di applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa ha suscitato fino all’ultimo polemiche, con gli iniziativisti (parlamentari del partito di destra Unione democratica di centro, UDC) scontenti a causa di una normativa che non prevede né tetti massimi né contingenti e una preferenza nazionale molto annacquata.
Con la decisione odierna, il governo federale potrà ratificare l’accordo con la Croazia sulla libera circolazione della persone.
La ratifica, come più volte sottolineato, permette soprattutto alla Svizzera di partecipare a pieno titolo al programma di ricerca Horizon 2020, ritenuto molto importante dagli ambienti accademici elvetici. In questo modo i ricercatori svizzeri potranno prendere parte ai progetti di ricerca finanziati dal programma. Oltre all’aspetto finanziario, è fondamentale anche la rete di contatti internazionali cui potranno accedere gli atenei svizzeri.
I democentristi, visto l’esito dei lavori parlamentari, hanno rinunciato all’idea di lanciare un referendum contro la normativa appena adottata. Ma già all’orizzonte si profila una nuova iniziativa diretta, stavolta, contro la libera circolazione delle persone. È stata l’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente ad annunciarla già venerdì mattina. Ed era stato nei giorni scorsi lo stesso presidente UDC, Albert Rösti, a evocarla contro la prospettiva di ulteriori e sensibili crescite dell’immigrazione. I successivi sviluppi in questo ambito potrebbero quindi avere, sul piano politico, una valenza molto determinante.
Il popolo tornerà ad esprimersi
Si tratterà intanto di attendere l’ordinanza d’applicazione del Consiglio federale, come pure le valutazioni dei cantoni e quelle degli ambienti economici e del lavoro. Senza contare che il popolo dovrà in ogni caso esprimersi su un altro testo, e di portata sistematica: quell’iniziativa RASA, formalmente riuscita alla fine del 2015, che punta alla soppressione pura e semplice dell’articolo costituzionale sull’immigrazione di mass.
Da Bruxelles, la reazione alla decisione del Parlamento svizzero è stata immediata
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