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Investimenti miliardari per la rete in fibra ottica nelle regioni rurali svizzere

Installazione di cavi in fibra ottica nelle regioni rurali della Svizzera
Il Consiglio federale è preoccupato per un potenziale "divario digitale" nelle regioni scarsamente popolate della Svizzera. Keystone / Carlo Reguzzi

Il progetto del Governo svizzero per espandere l'accesso a Internet ultraveloce nelle regioni remote dovrebbe costare tra 3,7 e 6 miliardi di franchi svizzeri.

L’obiettivo è garantire una velocità di connessione minima di un gigabit al secondo nelle regioni remote del Paese, per evitare che siano svantaggiate da una velocità ridotta di Internet.

Secondo Swisscom e Sunrise, i principali operatori di telecomunicazioni del Paese, circa l’80% delle famiglie e delle aziende ha già accesso a Internet ultraveloce. Tuttavia, un rapporto del Consiglio federale sottolinea che i fornitori privati estenderanno le loro reti ad alta velocità solo nelle regioni in cui è finanziariamente conveniente. Per affrontare questa sfida, il governo intende dotare il 70-80% delle abitazioni di fibra ottica entro il 2030.

+ Rete in fibra ottica: battuta d’arresto del tribunale per Swisscom

Il Consiglio federale è preoccupato per il potenziale “divario digitale” nelle regioni scarsamente popolate e mira a mitigarlo. Tuttavia, il rapporto dell’istituto tedesco WIK, commissionato dal governo svizzero, indica che è improbabile che questi investimenti producano profitti nel 75% dei casi. Pertanto, si raccomanda di sovvenzionare l’espansione della rete con 3,8 miliardi di franchi.

+Gli standard della fibra ottica semplificano il collegamento in rete

Il progetto svizzero di collegare le regioni remote alla rete Internet ad alta velocità è stato oggetto di discussione per diversi anni. Nel 2012, l’allora presidente della Commissione federale delle comunicazioni (ComCom), Marc Furrer, aveva dichiarato: “Per quelle zone, ci sono due domande: in primo luogo, c’è una tecnologia più economica – via cavo o mobile – in grado di fornire una maggiore larghezza di banda. E poi: chi paga per portarcela? È una questione politica legata all’obbligo di servizio universale”.

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