Iraniana? Poco importa il curriculum, negli USA non si entra
Ad essere toccati dal nuovo decreto sull’immigrazione non sono solo persone alla ricerca di una miglior vita negli Stati Uniti. Tra di esse anche professionisti con curriculum coi fiocchi. Come la ricercatrice del Politecnico federale di Losanna Samara Asgari.
Di nazionalità iraniana, Samara Asgari è stata fermata a Francoforte mentre si stava imbarcando per Boston ed è dovuta tornare in Svizzera.
Genetista specializzata in malattie infettive, la donna aveva vinto una borsa di studio per tre anni ad Harvard. Ma niente da fare. E così ha pubblicato la sua storia online, suscitando una valanga di reazioni.
E di reazioni il controverso provvedimento adottato dal neoeletto presidente americano continua a suscitarne in patria e ai quattro angoli del pianeta. Negli Stati Uniti, 16 giudici federali hanno definito il decreto anticostituzionale. L’Alto commissario del Consiglio per i diritti umani dell’ONU Zeid Ra’ad al Hussein l’ha dal canto suo definito illegale e meschino. Il presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha dal canto suo affermato: “Questa è l’Unione europea e noi non discriminiamo sulla base della nazionalità, della razza o della religione”.
Critiche che non sembrano scalfire più di quel tanto Donald Trump, che ha risposto parlando di “grandi giornate per la sicurezza nazionale”. “Il presidente sta facendo quello che ha promesso”, ha aggiunto aggiunge il portavoce Sean Spicer, “e farà tutto ciò che è in suo potere per fermare qualunque tipo di minaccia alla sicurezza del paese. Non sappiamo quando sarà il prossimo attacco, possiamo solo prevenire”.
Ma qual è esattamente il valore degli ordini esecutivi firmati da Trump? La RSI lo ha chiesto Roberto Cordon, responsabile del dipartimento di relazioni internazionali della Franklin University, l’ateneo elvetico-americano di Lugano.
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