Palazzo Italia è il cuore di Expo2015. Anche se sorge in posizione defilata rispetto alle vie di accesso, grazie al prospicente albero della vita è il punto da cui tutti, prima o poi, transitano. La sua architettura è decisamente anticonvenzionale, con l’esterno simile a una superficie avvolta da rami, o meglio sarebbero radici, e l’interno che non concede punti di riferimento stabili all’osservatore. Come le facciate, il cortile è un intersecarsi di linee che smorzano l’effetto imponente dei quattro piani.
Un italiano per regione
Pur nella polemica del costo – 98 milioni di euro – e dell’essere stato inaugurato incompleto per le finiture e la segnaletica, bisogna riconoscere che offre spunti originali nel contesto dell’esposizione universale. Molto limitati i riferimenti al cibo, punta tutto sulla valorizzazione del territorio. A monte della rampa di ingresso una rassegna di piccole statue impersona gli italiani in miniatura. Uno per regione, si alternano nel racconto di come si relazionino all’ambiente dove vivono e alla loro professione legata al territorio. Il percorso procede con una brutale ma efficace successione di notizie in cui voci di telegiornali raccontano il dissesto del territorio. Data la gravità delle notizie, il visitatore è obbligato a riflettere sulle necessità di preservare la bellezza dello stivale. Bellezza nella quale ci si trova immersi da lì a poco nelle sale successive, dove il gioco di specchi permette al pubblico letteralmente di galleggiare in una multiproiezione capace di incantare con un viaggio nell’universo italiano.
Le macerie e il vuoto dell’Italia
La provocazione tra il bello e la responsabilità di mantenerlo continua con un passaggio tra macerie mentre un video mostra il crollo della volta della Basilica di San Francesco in Assisi del settembre 97.
È altrettanto disturbante, poco dopo, anche un plastico del Mediterraneo nel quale si avverte l’assenza dell’Italia.
All’ultimo piano, una grande penisola a forma di stivale ospita un giardino che, in corrispondenza di ogni regione, mostra le coltivazioni tradizionali. L’affaccio sulla fontana dell’albero della vita dal terzo piano è uno dei panorami imperdibili di Expo2015.
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