L’arte e la vita di Ciseri, tra Ticino e Firenze
Nel bicentenario dalla nascita, al pittore di Ronco sopra Ascona sono state dedicate esposizioni in diverse città e volumi a tema.
Di vie intitolate ad Antonio Ciseri ce ne sono praticamente in ogni comune della Svizzera italiana. Il celebre pittore, nato 200 anni fa a Ronco sopra Ascona, è però stato omaggiato con una strada a lui dedicata anche nella “sua” Firenze. Nato nell’ottobre del 1821 nel borgo del Locarnese, Ciseri si è infatti trasferito nel capoluogo toscano nel 1833 dove è cresciuto fino all’affermarsi nel suo percorso artistico, diventando uno dei più importanti rappresentanti della pittura italiana dell’Ottocento. Nonostante i frequenti rientri in patria, è a Firenze che morì nel 1891.
Presenza radicata
La toponomastica ha fatto, del nome di Ciseri, una presenza sul territorio familiare anche a chi, con l’arte ottocentesca, ha ben poca dimestichezza. Alle nostre latitudini, le opere – sacre o ritratti – eseguite dall’artista ticinese sono tuttavia anche più presenti delle vie che portano il suo nome. A Ronco sopra Ascona, Locarno, Gambarogno-Magadino o Centovalli-Rasa, sono molti i dipinti a soggetto religioso conservati in edifici civili e non; oltre a numerosi altri ritratti, disegni e bozzetti in collezioni pubbliche e private. Un’opera su tutte è il Trasporto di Cristo al Sepolcro (1883), che si trova nel Santuario della Madonna del Sasso di Orselina, sopra Locarno (nella foto sotto).
Quei cognomi patrizi finiti in Toscana
“Ciseri è giunto nella città toscana, allora capitale del Granducato, nel 1833, all’età di circa 11 anni e mezzo, accompagnato dal padre e presso il nonno, che già abitava a Firenze”, ci spiega lo storico Marino Viganò, che dell’artista di Ronco ha studiato la genealogia e, sull’arte della famiglia Ciseri, ha di recente pubblicato anche un volume: Antonio Ciseri. Il protagonista e gli avi nella migrazione artistica ticinese. XVI-XIX secolo.
“Si è voluto approfondire l’argomento allo scopo di comprendere sino a quando risalisse questa migrazione fiorentina e quanto lungo fosse questo legame. Sulla base dei documenti ritrovati, si è potuta datare la presenza dei Ciseri a Firenze quantomeno dal 1603 in avanti, e sicuramente fino al 1935”.
In Ticino, tuttavia, la famiglia ha sempre mantenuto saldamente le proprie radici, continua ancora Viganò. “Funzionava così: loro qui facevano parte di un gruppo di una quindicina di famiglie patrizie, erano proprietari di terreni e di case, e tornavano in particolar modo nel momento di sposarsi e mettere su famiglia. Il patriziato era formato da cognomi che erano e sono tipici della zona. Dal momento che, per tenere unito il patrimonio, si sposavano prevalentemente all’interno delle stesse cerchie, di conseguenza, quei cognomi sono tutti presenti anche a Firenze, dove sono migrati. Oltre ai Ciseri, ci sono infatti anche i Betté, i Beltramelli, eccetera. La quindicina di cognomi che ci sono qui, a Ronco, ci sono anche a Firenze”, racconta ancora l’esperto.
Un linguaggio pittorico nuovo
Il contributo del pittore ticinese all’arte pittorica dell’epoca è oggi notorio. “A differenza della maggioranza dei suoi antenati, Antonio Ciseri non è stato un semplice artigiano. Ma ha introdotto un linguaggio pittorico nuovo. Basti solo pensare al fatto che spesso lui riprende i personaggi non di fronte, bensì dalle spalle, come osservando le scene da dietro: un punto di vista veramente inconsueto per l’epoca”, spiega infine Viganò.
Mostre, eventi, libri
Quest’anno, a due centenni dalla nascita e a 130 anni dalla morte, l’Associazione Antonio Ciseri 2021Collegamento esterno – di cui fa parte anche Marino Viganò -, ha coordinato numerose mostre ed eventi al fine di promuovere la figura e l’opera del pittore.
Visite guidate vengono organizzate su richiesta a Casa Ciseri e nella Chiesa di San Martino, entrambe a Ronco sopra Ascona, dall’Associazione Ronco Cultura e TradizioniCollegamento esterno, che ha allestito anche una piccola esposizione di documenti storici nella casa dell’artista.
A Lugano, il MASI (Museo d’arte della Svizzera italiana) ha inaugurato nel mese di ottobre a Palazzo RealiCollegamento esterno una mostra interamente dedicata ad Antonio Ciseri. Lo stesso hanno fatto il Museo CasorellaCollegamento esterno di Locarno e il Museo Castello San MaternoCollegamento esterno. Oltre ad alcune significative opere che fanno parte dell’esposizione permanente, al Museo del Santuario della Madonna del Sasso di Orselina si possono ammirare anche i bozzetti preparatori del Trasporto di Cristo al sepolcro.
La Pinacoteca Züst di RancateCollegamento esterno, infine, ha dedicato una sezione monografica al pittore ticinese Giacomo Martinetti, allievo prediletto del Ciseri.
In aggiunta al già citato volume a cura di Viganò Antonio Ciseri. Il protagonista e gli avi nella migrazione artistica ticinese. XVI-XIX secolo, fresca di pubblicazione figura anche la monografia Antonio Ciseri e il Ticino. Pittura sacra e ritratto di una società, a cura di Veronica Provenzale con saggi di esperti dell’artista e il catalogo delle opere identificate sul territorio e presso i privati.
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