L’epopea del contrabbando
Frontiera è spesso anche sinonimo di contrabbando. Un fenomeno che ha profondamente marcato le regioni a cavallo tra Italia e Svizzera e di cui ripercorriamo la storia.
Ninna nanna, dorma fiöö… El tò pà el g’ha un sàcch in spala E’l rampèga in sö la nòcc… Prega la loena de mea fàll ciapà Prega la stèla de vardà in duvè che’l va Prega el sentée de purtàmel a ca’…*
Davide Van De Sfroos, La ninna nanna del contrabbandiere
Grazie al contrabbando si sono costruite fortune, ma si sono anche consumate tragedie. Sono state scritte canzoni, come quella del cantautore comasco Davide Van De Sfroos, il cui pseudonimo – De Sfroos – significa proprio “di frodo, di contrabbando”. È un fenomeno che per decenni ha ritmato la vita di molte persone nelle regioni a ridosso della frontiera. Ha segnato il territorio ed ha avuto un’influenza considerevole sull’economia, la società e la cultura al di qua e al di là del confine.
Dapprima riso, poi sigarette, valuta, carne o anche esseri umani: ogni epoca ha avuto il suo ‘prodotto’ che transitava illegalmente attraverso il confine. Oggi, con l’apertura delle frontiere, il fenomeno è meno visibile. Non ci sono più gli spalloni di un tempo che con la loro bricolla in spalla di notte percorrevano impervi sentieri, cercando di sfuggire ai finanzieri. Ma non per questo il contrabbando è scomparso. Ha semplicemente assunto altre forme.
Certo, oggi non c’è più nulla di romantico in questo fenomeno. Anche se a ben vedere, con il suo tributo di morti ammazzati sia tra le guardie di confine che tra i contrabbandieri, non è che in passato il contrabbando avesse poi quel granché di romantico.
Una storia, o meglio tante storie, che abbiamo deciso di ripercorrere con la consulenza dello storico Adriano Bazzocco, che al contrabbando e alla frontiera ha dedicato numerosi studi.
Nel primo reportage vi portiamo alla scoperta di quella che in Ticino viene chiamata la “ramina”, ovvero la rete metallica installata dall’Italia tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo per contrastare il traffico merci illegale. Una sorta di piccolo muro di Berlino, con tutti i distingui del caso, che per anni ha tagliato in due il confine.
Vi parleremo poi di contrabbando di riso, dei profughi e delle sigarette nel Dopoguerra. Vi sarà spazio anche per le testimonianze di chi di contrabbando ha vissuto o di chi lo ha combattuto. Senza dimenticare storie tragiche, come quella della guardia Ovidio Maggi, ucciso nel 1945. Fino ad arrivare ai giorni nostri, con traffici di altro tipo e un confine che viene presidiato in un modo completamente diverso.
Buona lettura e buona visione!
Altri sviluppi
Quando la “ramina” divideva Italia e Svizzera
Altri sviluppi
Dal caffè alla tratta delle bionde
Altri sviluppi
La memoria della storia della frontiera
Altri sviluppi
Vite spezzate sulla rotta del contrabbando
Altri sviluppi
Il contrabbando nei ricordi dei finanzieri
Altri sviluppi
Guardie e ladri sul confine
Altri sviluppi
Dalle bricolle ai bagagliai dei SUV
Altri sviluppi
I “chiodi della storia” di Davide Van De Sfroos
*Ninna Nanna, dormi figliolo…
tuo papà ha un sacco in spalla
e si arrampica sulla notte…
Prega la luna di non farlo prendere
prega la stella di guardare dove va
prega il sentiero di portarmelo a casa….
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Partecipa alla discussione!