L’indagine contro Infantino coinvolge un procuratore federale
Il magistrato svizzero Cédric Remund sentito dagli inquirenti in relazione agli incontri segreti tra il presidente della FIFA Infantino e l'ex capo della procura federale Lauber.
Il procedimento penale aperto nel luglio 2020 in Svizzera contro il capo del calcio mondiale per “istigazione all’abuso di autorità, violazione del segreto d’ufficio e ostacolo al procedimento penale” ha subito un’improvvisa accelerazione.
Secondo le informazioni di Le Monde e del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung (SZ), i due procuratori straordinari incaricati dell’indagine, Ulrich Weder e Hans Maurer, hanno esteso l’inchiesta a un procuratore federale svizzero. Cédric Remund, magistrato anticorruzione presso la Procura federale svizzera (MPC) che secondo alcune indiscrezioni potrebbe essere stato sentito venerdì 26 agosto dagli inquirenti su tre incontri segreti e non protocollati (senza verbali di supporto) avvenuti nel 2016 e 2017 tra Infantino e l’ex procuratore generale svizzero Michael Lauber.
Remund, che dal 2015 è stato responsabile di diversi procedimenti legati alla FIFA, è secondo i due quotidiani la settima persona a finire nel mirino dell’indagine di Weder e Maurer, insieme a Infantino, Lauber, l’ex portavoce dell’MPC André Marty, l’amico giudiziario di Infantino Rinaldo Arnold, l’ex direttore legale della FIFA Marco Villiger e l’ex procuratore Olivier Thormann.
L’incontro del giugno 2017 a Berna
Oltre al contenuto delle discussioni durante gli incontri segreti, i due magistrati stanno cercando di verificare se un quinto uomo abbia partecipato all’ultimo di questi incontri informali, il 16 giugno 2017, in una sala riunioni al primo piano dell’hotel Schweizerhof di Berna, insieme a Infantino, Lauber, Marty e Arnold.
Ed è proprio attorno a questo incontro che ruota tutta l’attenzione dei procuratori straordinari. Infantino, Marty, Lauber e Arnold hanno infatti “omesso” di menzionare alle autorità la loro partecipazione a questo appuntamento, un caso di amnesia collettiva giudicato nel 2020 dal Tribunale amministrativo federale “un’aberrazione”.
In particolare Cédric Remund aveva assicurato di non aver partecipato a questa riunione fornendo un alibi in una lettera inviata nell’aprile 2020 al Tribunale penale federale. In questa lettera, Remund ha dichiarato di aver preso un giorno di ferie il 16 giugno 2017 per “scrivere un articolo scientifico”, senza fornire ulteriori dettagli. Alla lettera ha allegato un modulo che attesta la sua assenza quel giorno alla sede del MPC a Berna.
In proposito l’MPC si astiene dal commentare la vicenda ma se la presenza di Remund alla riunione del giugno 2017 dovesse essere confermata, potrebbe mettere a rischio diversi procedimenti penali.
Remund è stato in passato responsabile dell’indagine sull’ex presidente della FIFA Sepp Blatter e sull’ex capo dell’UEFA Michel Platini, che avrebbe pagato 2 milioni di franchi svizzeri (1,8 milioni di euro) a Blatter nel 2011. Ed è stato lui a interrogare il signor Platini come “persona chiamata a fornire informazioni” nel settembre 2015. Il magistrato si è occupato anche dell’indagine penale aperta nel 2017 contro l’ex numero due della FIFA Jérôme Valcke e il boss del Paris-Saint-Germain e di BeIN Media, Nasser Al-Khelaïfi.
Remund ha anche guidato l’indagine penale aperta nel 2016 “contro ignoti” per “gestione sleale” e “violazione della fiducia” in relazione a un dubbio contratto firmato nel 2006 da Infantino, allora capo della divisione affari legali della UEFA, che concedeva i diritti televisivi a una società offshore di proprietà di uomini d’affari incriminati nel 2015 dalla magistratura statunitense.
Assegnazione dei mondiali problematica
Ma c’è di più: la presenza di Remund a questa terza riunione non ufficiale sarebbe problematica anche perché l’MPC sta indagando, dal marzo 2015, sui sospetti di “gestione sleale, riciclaggio di denaro attraverso rapporti bancari in Svizzera e irregolarità” intorno alla controversa assegnazione dei Mondiali di calcio del 2022 al Qatar che si apriranno tra meno di cento giorni, il 20 novembre.
Tuttavia, sia nel marzo 2016 che nel giugno 2017, Infantino ha incontrato in via riservata il signor Lauber presso l’hotel Schweizerhof di Berna, dove guarda caso, si trova la sede dell’ambasciata del Qatar in Svizzera. Il palazzo, dove l’ambasciatore soggiorna tutto l’anno, è inoltre di proprietà di una società legata a un fondo sovrano del Qatar. Altri elementi su cui i procuratori dovranno fare chiarezza.
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