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La Banca nazionale svizzera corre in soccorso di Credit Suisse

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Mercoledì l'azione Credit Suisse è scesa al minimo storico, toccando quota 1,55 franchi prima di risalire. © Keystone / Michael Buholzer

La Banca nazionale svizzera (BNS) si è detta pronta a fornire liquidità a Credit Suisse, le cui azioni  mercoledì sono crollate. La banca ho colto l'offerta al balzo: intende prendere in prestito dall'istituto centrale fino a 50 miliardi di dollari.

La BNS ha rilasciato una dichiarazione congiunta con l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) mercoledì sera nel tentativo di calmare i mercati.

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Le azioni del Credit Suisse sono scese di quasi il 25% alla chiusura delle contrattazioni a 1,69 franchi per azione, un minimo storico per la seconda banca svizzera.

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Anche altri titoli bancari hanno sofferto, con il crollo di tre banche negli Stati Uniti nelle ultime settimane.

“I problemi di determinati istituti bancari negli Stati Uniti non comportano alcun pericolo diretto di contagio per il mercato finanziario svizzero”, si legge nella dichiarazione congiunta della BNS/FINMA. “In caso di necessità, la BNS metterà a disposizione di Credit Suisse liquidità”. 

Una proposta subito presa al balzo dalla seconda banca svizzera che, nella notte tra mercoledì e giovedì, ha annunciato di voler prendere in prestito fino a 50 miliardi di franchi dalla BNS “per rafforzare preventivamente la sua liquidità”.

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In una nota, la banca precisa inoltre che effettuerà una serie di operazioni di riacquisto del debito per circa 3 miliardi di franchi.

Il provvedimento annunciato dalla BNS e dalla FINMA invia il segnale che le autorità finanziarie svizzere faranno di tutto per evitare il collasso di una banca considerata “troppo grande per fallire”.

Probabilmente è anche finalizzata a convincere chi ha un conto a mantenere il suo denaro presso il Credit Suisse, evitando così una corsa agli sportelli.

La promessa di liquidità d’emergenza da parte della BNS è arrivata dopo che il maggiore azionista del Credit Suisse, la Saudi National Bank, ha dichiarato che non avrebbe più sborsato denaro dopo aver iniettato miliardi nella banca lo scorso anno.

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Un altro importante azionista, Harris Associates, aveva in precedenza dichiarato che avrebbe venduto la sua partecipazione in Credit Suisse.

La FINMA ha aggiunto che “il Credit Suisse soddisfa le esigenze in materia di capitale e liquidità poste alle banche di rilevanza sistemica”.

Non è la prima volta che la banca centrale svizzera corre in aiuto di una banca commerciale in difficoltà.

Nel 2008, la BNS ha rilevato da UBS attività tossiche legate ai mutui ipotecari per tenere a galla la banca durante la crisi finanziaria.

Il Credit Suisse ha vissuto anni disastrosi, culminati con una perdita di 7,3 miliardi di franchi svizzeri nel 2022. Nello stesso anno, la banca ha dichiarato che avrebbe eliminato 9’000 posti di lavoro nel tentativo di risollevare le proprie sorti.

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