La collezione Bührle “non è una collezione nazista”
Il Kunsthaus di Zurigo unitamente alla Fondazione Collezione Bührle ha tenuto mercoledì una conferenza stampa per stilare il bilancio annuale e fare chiarezza sulla controversa collezione Bührle, esposta nella nuova ala del museo d'arte zurighese dallo scorso ottobre.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
La Fondazione Collezione Bührle ha presentato i dettagli delle ricerche sulla provenienza che sono state trasmesse al museo. A gennaio, una versione più completa di queste indagini verrà implementata sul sito del Kunsthaus.
Sono 203 le opere della collezione esposte nel museo. La provenienza di 90 di queste non ha potuto essere completamente appurata ma è oggetto delle attuali ricerche.
Joachim Sieber, responsabile della commissione di ricerca della provenienza delle opere, ha indicato che sono stati introdotti accanto ai dipinti dei codici QR che ne indicano la provenienza, con le informazioni di quando, come e dove l’opera è stata acquisita nonché la ragione.
L’archivio Bührle, che si trova oggi nella biblioteca del Kunsthaus ed è consultabile dal pubblico, ha finora suscitato solo un modesto interesse.
In parallelo, una commissione di esperti indipendenti commissionata dalla ZKG è incaricata di verificare la pertinenza della metodologia e della procedura seguite dalla Fondazione Collezione Bührle nonché l’esattezza della presentazione dei risultati, precisa la nota.
“Non è una collezione nazista”
La collezione Bührle è sospettata di contenere arte depredata. Emil Georg Bührle era diventato l’uomo più ricco della Svizzera grazie ai traffici di armi durante e dopo la Seconda Guerra mondiale.
Nel novembre 2020, uno studio dell’università di Zurigo ha attestato che la creazione della sua collezione di livello mondiale è stata resa possibile dall’immensa fortuna accumulata con il materiale bellico.
A questo proposito Lukas Gloor, direttore della Fondazione Collezione Bührle, ha affermato in conferenza stampa che “Emil Bührle era vicino ai nazisti ma la sua collezione non è nazista”. Secondo lui si tratterebbe infatti di una collezione degli anni 1950, “una sorta di nuovo inizio dopo la guerra”.
Alexander Jolles, presidente della Fondazione Collezione Bührle ha inoltre indicato che “si dovrebbe considerare il contesto”.
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