Ritardi nelle consegne e prodotti che mancano dagli scaffali dei negozi: queste sono solo alcune conseguenze dei problemi che ha dovuto (e deve ancora) affrontare il settore del commercio marittimo a causa delle misure restrittive legate alla pandemia di Covid-19.
Questo contenuto è stato pubblicato al
3 minuti
tvsvizzera.it/mrj
Il meccanismo è inceppato e chi lavora in un’impresa portuale deve farci i conti: a un certo punto è diminuita la domanda, “il che ha comportato da parte dei proprietari delle navi una riduzione di imbarcazioni in giro per il mondo. Nel momento in cui i mercati si sono ripresi questa quantità ridotta di navi non era in grado di soddisfare la domanda”, spiega Alessandro Ferrari, direttore dell’Associazione Italiana Terminalisti Portuali (Assiterminal).
Oltre alle navi, mancano anche i container: molti infatti si trovano in Paesi in cui l’export non è ancora ripartito.
Contenuto esterno
Questi due fattori hanno fatto sì che su molte tratte – per esempio dalla Cina all’Europa – i prezzi sono quintuplicati e continuano a salire: un trasporto di questo tipo costava, un anno e mezzo fa, poco meno di 2’000 dollari, mentre oggi il costo supera i 15’000 dollari.
Una situazione che pesa anche sull’abbigliamento prodotto o comprato nella Confederazione, come spiega il presidente di Swiss Textiles Carl Illi: “Noi importiamo tutte le materie prime qui in Svizzera. Praticamente non ne abbiamo, e in questo senso adesso siamo molto dipendenti dalla logistica”. Ai ritardi delle navi e al rialzo dei prezzi si aggiunge poi il rincaro di tutti i tessuti (lana e seta in primis) e “prima o poi il consumatore – probabilmente già nel 2022 – si troverà a pagare di più”, aggiunge Illi. Anche perché gli armatori si sono resi conto che nonostante i prezzi alti gli ordini continuano ad arrivare e quindi, sempre secondo Illi, non sono intenzionati a cambiare l’attuale politica dei prezzi. Questi ultimi, dal canto loro, affermano di fare tutto il possibile e di avere già ordinato nuovi container e nuove navi.
Anche gli spedizionieri, nel porto di Genova, come altrove, non possono che fare i conti con questa nuova situazione: “Per noi come operatori logistici comporta una grandissima difficoltà per l’organizzazione delle spedizioni perché non riusciamo a contare su informazioni affidabili sulla puntualità delle partenze o degli arrivi delle navi”, spiega Alessandro Pitto, presidente di Spediporto. Gli scenari piu’ ottimisti prevedono un ritorno alla normalità entro la prossima primavera, mentre a Genova si ipotizzano nuovi mercati, anche verso porti più vicini e meno esposti alle turbolenze del commercio globale.
Il Tribunale penale federale multa Trafigura per corruzione
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il Tribunale penale federale (TPF) ha condannato venerdÌ il colosso del trading di petrolio Trafigura al pagamento di una multa di 3 milioni di franchi per aver corrotto il CEO di una compagnia petrolifera angolana.
Karin Keller-Sutter: “La Confederazione è una macchina di sovvenzioni”
Questo contenuto è stato pubblicato al
La Confederazione è una macchina di distribuzione di sovvenzioni a vari attori del paese: lo afferma la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter.
UBS, Sergio Ermotti ribadisce il “no” a requisiti patrimoniali più severi
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il presidente della direzione di UBS Sergio Ermotti si è nuovamente espresso contro l'idea di richiedere alla banca una dotazione di capitale maggiore.
Mancano fondi, il terzo tentativo di recupero della nave “Säntis” non si farà
Questo contenuto è stato pubblicato al
È fallito ancor prima di iniziare il terzo tentativo di recupero del piroscafo "Säntis", il cui relitto giace sul fondo del Lago di Costanza dal 1933.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Di fronte alle varie critiche mossele, la "ministra" della difesa Viola Amherd tenta, forse per l'ultima volta prima della sua partenza a fine marzo, di ripristinare l'immagine delle forze armate.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Quello appena trascorso è stato un mese particolarmente mite. Con una temperatura superiore alla media pluriennale di 1,2 °C, Lugano ha registrato il nono mese di gennaio più caldo da quando sono iniziate le misurazioni nel 1864.
Barometro KOF oltre alle attese, segnali di ripresa per l’economia
Questo contenuto è stato pubblicato al
Segnali di ripresa per l'economia svizzera: è l'indicazione che emerge dal barometro del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF), salito in gennaio oltre le attese.
Il CEO di Roche ha guadagnato 10 milioni in un anno
Questo contenuto è stato pubblicato al
Roche ha pagato 10,0 milioni di franchi nel 2024 al Ceo Thomas Schinecker, al suo primo esercizio completo alla testa del colosso farmaceutico renano: nel 2023 aveva incassato 9,6 milioni, dopo essere entrato in carica in marzo.
Commercio al dettaglio, aumentano le vendite in dicembre
Questo contenuto è stato pubblicato al
Dicembre positivo per i negozi stanziali e online svizzeri, che hanno visto le loro vendite beneficiare di un incremento - corretto per spurgare gli effetti dei differenti giorni di attività e festivi - dell'1,1% rispetto allo stesso mese del 2023.
Previste meno richieste di asilo nel 2025 in Svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
Per l'anno corrente, la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) prevede una diminuzione delle nuove domande di asilo di quasi il 15% a 24 mila unità (-4 mila rispetto al 2024).
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Riaperto il Canale di Suez
Questo contenuto è stato pubblicato al
La nave Ever Given è stata liberata. Il traffico nel canale di Suez può così riprendere. Lo ha reso noto l'autorità che controlla il canale.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Le operazioni per disincagliare la Ever Given si stanno rivelando molto difficili e si prevede un blocco del traffico per settimane.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il programma Ue per aiutare gli Stati membri sta per partire. Genova guarda a questi fondi per alcuni progetti cruciali per il suo sviluppo.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Link: l’articolo originale su RSI NewsCollegamento esterno “Siamo preoccupati che il prezzo del crollo di ponte Morandi venga fatto pagare ai lavoratori del porto di Genova. È ancora presto per fare previsioni, ma di sicuro sappiamo che alcune compagnie hanno già dirottato parte dei loro traffici su altri scali. I numeri veri li avremo tra…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.