La curva dei contagi in Svizzera risale, ma il vaccino limita i danni
Da ormai un paio di settimane, i contagi da coronavirus hanno ripreso a crescere nella Confederazione e con essi il numero di persone ricoverate. Ma la temuta quarta ondata sarà verosimilmente diversa dalle precedenti.
Il ministro della sanità elvetico Alain Berset lo aveva detto due giorni fa in un’intervista alla Südostschweiz: la Svizzera non sfuggirà a una quarta ondata.
E i numeri lo confermano: nelle ultime 72 ore nel Paese sono stati registrati 5’578 nuovi casi di coronavirus, stando alle cifre pubblicate lunedì dall’Ufficio federale della sanità pubblica. A titolo di paragone, una settimana fa in 72 ore ne erano stati censiti 3’144.
Anche per quanto concerne i ricoveri in ospedale si assiste a un aumento: se a inizio luglio la media settimanale si aggirava attorno ai due al giorno, oggi si arriva a quasi 30.
La stragrande maggioranza delle persone che devono far capo alle cure ospedaliere non sono vaccinate, hanno ricordato lunedì in una conferenza stampa i rappresentanti delle autorità sanitarie ticinesi, che hanno fatto il punto sulla situazione pandemica nel Cantone a sud delle Alpi.
Il 98% dei ricoverati non vaccinati o non completamente
Ad esempio, dei 18 pazienti attualmente ricoverati in Ticino, 15 non sono vaccinati o non lo sono completamente (due dosi da almeno 14 giorni).
A livello svizzero, dall’inizio della campagna vaccinale in gennaio il 98% dei ricoverati non era completamente vaccinato o non lo era del tutto.
Su 5’699 ospedalizzazioni e 769 decessi dichiarati dal 27 gennaio, per i quali sono disponibili informazioni sullo stato vaccinale, i casi di ricoveri di pazienti completamente vaccinati sono stati 103 e i decessi 19, stando a quanto riportato nell’ultimo rapporto settimanaleCollegamento esterno sulla situazione epidemiologica in Svizzera e in Liechtenstein.
Ed è proprio la disponibilità dei vaccini che dovrebbe permettere di fare la differenza rispetto alle ondate precedenti. Il tasso di vaccinazione delle persone a rischio e delle generazioni più anziane è superiore all’80%, ha ricordato Alain Berset.
Una campagna vaccinale che stagna
Tuttavia, la campagna vaccinale nelle ultime settimane procede a rilento. Solo il 50% della popolazione ha ricevuto le due dosi di vaccino.
“Il tasso di vaccinazione è buono in generale, soprattutto nella fascia sopra il 65 anni, ma non è ancora sufficiente per escludere un sovraccarico del sistema ospedaliero”, ha sottolineato lunedì il responsabile della sanità ticinese Raffaele De Rosa.
A preoccupare il medico cantonale ticinese Giorgio Merlani è soprattutto il fatto che nella fascia sopra i 50 anni ci sono ancora 35’000 persone non vaccinate.
Questa situazione riflette in gran parte quella a livello nazionale e per questa ragione l’Ufficio federale della sanità pubblica e i Cantoni hanno deciso di rilanciare una campagna di informazione e sensibilizzazioneCollegamento esterno.
“Il vaccino è sicuro ed efficace – ha rassicurato il farmacista cantonale ticinese Giovan Maria Zanini. Non c’è mai stato un farmaco così ben monitorato e in modo così scrupoloso come il vaccino”.
Per cercare di raggiungere una popolazione più ampia, in Ticino le circa 100’000 persone che non si sono ancora annunciate per la vaccinazione potranno ora farlo in alcune farmacie distribuite su tutto il territorio.
Un altro fronte importante per contrastare la propagazione del coronavirus sono le scuole. Con la ripresa delle lezioni, in diversi Cantoni sono ricominciati anche i test più o meno a tappeto.
Un esempio sono i Grigioni, che continueranno a offrire ad allievi e insegnanti la possibilità di fare dei test salivari almeno sino alla primavera del 2022.
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