“La libertà di stampa non è mai stata così minacciata”
Nel suo rapporto 2017 pubblicato mercoledì, Reporter Senza Frontiere suona il campanello d’allarme sulla situazione dei media, confrontati anche nei paesi democratici con attacchi sempre più importanti. In Svizzera la situazione è buona, malgrado l’offensiva attacchi contro la radiotelevisione pubblica e la cessazione di alcune pubblicazioni. L’Italia guadagna dal canto suo posizioni.
In 72 dei 180 paesi censiti da Reporter Senza FrontiereCollegamento esterno, la libertà di stampa versa in una situazione “difficile” o “molto grave”. L’organizzazione con sede in Francia è inquieta anche per il rischio di stravolgimento nei paesi democratici importanti.
“L’ossessione della sorveglianza e il non rispetto della segretezza delle fonti contribuiscono a fare scivolare verso il basso diversi paesi considerati virtuosi”, rileva l’organizzazione. Ad esempio, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno perso due posizioni, retrocedendo rispettivamente al 43esimo e al 40esimo rango.
“L’arrivo al potere di Donald Trump negli USA e la campagna del Brexit in Gran Bretagna hanno offerto una cassa di risonanza agli attacchi ai media e alle false notizie”, deplora RSF. E “laddove il modello dell’uomo forte e autoritario trionfa, la libertà della stampa arretra”.
L’ONG punta il dito in particolare contro la Turchia, diventata “la più grande prigione al mondo per i professionisti dei media”. Oltre 120 giornalisti, editori ed editrici sono dietro le sbarre. Inoltre negli ultimi mesi sono stati chiusi più di 160 organi di stampa, la maggior parte con il pretesto di avere legami con “organizzazioni terroristiche”.
L’appello di Gabriele Del Grande
Liberato lunedì dopo due settimane di prigionia in Turchia, il giornalista italiano Gabriele Del Grande ha lanciato un appello martedì in occasione della Festa della Liberazione, chiedendo al regime di Ankara di liberare tutti i giornalisti che si trovano dietro le sbarre. “Non è accettabile essere incriminati per il lavoro che si svolge”, ha dichiarato incontrando la stampa a Roma.
“Non chiamatemi eroe, ho solo fatto il mio lavoro; sono uno dei tanti”, ha proseguito.
L’Italia guadagna 25 posizioni
La Svizzera (al 7° posto) può invece vantare “una libertà di stampa impressionante”. Tuttavia anche nella Confederazione ci sono dei segnali d’allarme: recentemente è cessata la pubblicazione di due riviste importanti, l’Hebdo e la Schweiz am Sonntag, e la radiotelevisione pubblica SSR (di cui fanno parte tvsvizzera.it e swissinfo.ch) è costantemente presa di mira.
L’Italia ha dal canto suo compiuto un grande balzo in avanti, passando dalla 77esima alla 52esima posizione.
I problemi però non mancano: RSF sottolinea che nella Penisola continuano a persistere “intimidazioni verbali o fisiche, provocazioni e minacce”, nonché “pressioni di gruppi mafiosi e organizzazioni criminali”. Tra i problemi indicati, anche l’effetto indotto da “responsabili politici come Beppe Grillo, che non esitano a comunicare pubblicamente l’identità dei giornalisti che danno loro fastidio”.
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