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La neutralità svizzera rimessa in discussione al WEF di Davos

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Da sinistra a destra: il presidente della Confederazione Alain Berset, la 'first lady' ucraina Olena Zelenska, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il fondatore del WEF Klaus Schwab. © Keystone / Gian Ehrenzeller

"L'astensione non è un'opzione", ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, intervistata in merito alla posizione della Svizzera sul conflitto in Ucraina.

La decisione di Berna di non permettere la riesportazione di materiale bellico elvetico verso l’Ucraina ha suscitato negli ultimi mesi diversi interrogativi sulla neutralità svizzera. Le autorità federali – ricordiamo – avevano risposto negativamente alla Germania e alla Spagna che volevano appunto consegnare a Kiev rispettivamente munizioni e due cannoni contraerei prodotti in Svizzera.

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Intervistata mercoledì dalla televisione francese LCI, Ursula von der Leyen, in Svizzera per partecipare al World Economic Forum di Davos, ha espresso velate critiche all’atteggiamento elvetico, sottolineando che “in modo generale, l’astensione non è un’opzione”. ” Ognuno deve essere chiaro sulle proprie posizioni: la legge o la legge della forza, la democrazia e i diritti fondamentali o l’autocrazia”.

In merito alla decisione di non permettere che il materiale bellico sia inviato in Ucraina, la presidente della Commissione europea ha dichiarato: “Per me è molto difficile giudicare perché non è una mia responsabilità, è un metodo svizzero”.

Diritto alla legittima difesa

Anch’egli presente a Davos, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha da parte sua “invitato tutte le nazioni a contribuire a fornire sostegno militare all’Ucraina”, vittima di “un’aggressione militare da parte della Russia”.

“Nel caso dell’Ucraina, non si tratta di neutralità. Si tratta di rispettare il diritto alla legittima difesa, di proteggere lo Stato di diritto e di difendere la Carta delle Nazioni Unite – ha sottolineato Stoltenberg. Le due parti [in conflitto] non sono su un piano di uguaglianza. Stiamo parlando di un aggressore e di una vittima. Il diritto internazionale è assolutamente chiaro su questo punto: il Paese aggredito ha il diritto di difendersi”.

L’appello di Klitschko

Intervistato dal quotidiano svizzero Blick, il sindaco di Kiev Vitali Klitschko – presente pure lui nella città grigionese – ha chiesto alla Svizzera di fornire al suo Paese armi di difesa, in particolare sistemi antiaerei.

Parlando con membri del Governo svizzero, l’ex campione di boxe ha detto di essersi spesso sentito ripetere la frase “Siamo un paese neutrale”. Klitschko ha affermato di capire la neutralità della Svizzera, ma ha ribadito quanto aveva già detto nell’ultima edizione del WEF, tenutasi lo scorso maggio sempre a Davos, ossia che la Confederazione deve tenere conto del contesto e quindi la neutralità non è difendibile.

Ne va della credibilità della Svizzera

Nel corso del WEF, il presidente della Confederazione Alain Berset e il ministro degli esteri Ignazio Cassis hanno dal canto loro più volte ripetuto che il diritto alla neutralità impedisce ogni tipo di esportazione e riesportazione di armi. Ne va della credibilità del Paese, ha sottolineato Berset.

Reagendo alle dichiarazioni di Ursula von der Leyen, lo stesso Berset ha affermato che a suo avviso non rappresentano una critica nei confronti della Confederazione e ha stimato che a Davos la posizione imposta dalla neutralità svizzera “è stata ben compresa”. Il presidente della Confederazione ha poi aggiunto che è evidente che l’astensione non è un’opzione: “È per questo che abbiamo ripreso le sanzioni europee” contro la Russia.

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