La penuria di elettricità preoccupa l’economia svizzera
La guerra in Ucraina ha ulteriormente evidenziato la vulnerabilità dell'approvvigionamento energetico della Svizzera. Tre associazioni economiche formulano proposte per evitare penurie.
L’allarme era stato lanciato l’ottobre scorso dal ministro dell’economia Guy Parmelin, il quale aveva affermato che nel caso in cui la Svizzera non dovesse raggiungere un accordo con l’Unione Europea sull’energia elettrica, il Paese potrebbe essere confrontato con problemi di approvvigionamento già dal 2025. A questa data, infatti, le importazioni dall’UE potrebbero diminuire, poiché il 70% delle capacità di scambio saranno riservate ai Paesi membri.
Le dichiarazioni di Parmelin erano state in seguito un po’ relativizzate. Tuttavia, la situazione preoccupa, soprattutto alla luce della guerra in Ucraina e delle questioni legate all’approvvigionamento in gas naturale, e parte del mondo economico ha suonato mercoledì a sua volta la campanella d’allarme.
“Una penuria di elettricità sarebbe un disastro”, ha sottolineato il presidente di economiesuisse Christoph Mäder. “La mancanza di elettricità o elettricità troppo onerosa possono far sprofondare le famiglie nella povertà energetica, provocare danni economici e rimettere in discussione il raggiungimento dei nostri obiettivi di sostenibilità”.
L’organizzazione economica, che rappresenta circa 100’000 imprese, ha indicato che una delle ragioni principali di questo rischio è l’obiettivo zero emissioni nette entro il 2050. “La mobilità elettrica e le pompe di calore non sono che due dei fattori tra altri che fanno crescere il nostro consumo di elettricità, sebbene l’efficienza energetica sia migliorata”, si legge nel comunicato diramato da economiesuisse e da altre due organizzazioni ombrello, scienceindustries e Swissmem.
La produzione di elettricità è cresciuta, ma solo lentamente e la scelta di uscire dal nucleare, avallata in votazione dalla popolazione svizzera nel 2017, rischia di mettere ulteriormente in difficoltà l’approvvigionamento.
Le tre associazioni hanno così presentato un catalogo di cinque misure, il cui obiettivo è appunto di garantire la produzione di una quantità sufficiente di elettricità.
- Fissare una soglia di intervento in termini di volume di importazione in inverno (10 TWh) al di là della quale la capacità di produzione va sviluppata per tempo.
- Stabilire priorità chiare in materia di politica energetica e climatica: la sicurezza dell’approvvigionamento ha la precedenza, seguita dalla protezione del clima e da quella della natura e dei beni culturali. Ad esempio, il divieto di costruire nelle aree dei ghiacciai per sfruttare l’energia idroelettrica andrebbe soppresso.
- Puntare sull’apertura tecnologica nella produzione di elettricità e prepararsi all’integrazione nel mercato dell’elettricità dell’UE.
- Cercare dei finanziamenti neutrali da un punto divista dei costi per i clienti finali per sviluppare le capacità.
- Adeguare le condizioni quadro, fornendo ad esempio degli impulsi alle imprese che si impegnano a ridurre le loro emissioni.
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