Conflitto in Ucraina: “Violazione flagrante del diritto internazionale”
Il Dipartimento federale degli affari esteri condanna l’attacco russo in Ucraina annunciato giovedì mattina dal presidente russo Vladimir Putin, secondo il quale si tratta di “un’operazione militare per proteggere il Donbass”. Putin ha anche intimato a Kiev di “consegnare le armi e andare a casa”.
L’attacco di Mosca è stato condannato dal Dipartimento federale degli affari esteri elvetico (DFAE) in un tweet: “Una violazione flagrante del diritto internazionale”.
Switzerland's statement on recent developments in #UkraineCollegamento esterno pic.twitter.com/NkcOvyUZznCollegamento esterno
— Swiss MFA (@SwissMFA) February 21, 2022Collegamento esterno
Il DFAE ha anche sconsigliato i viaggi verso l’Ucraina, mentre ha raccomandato ai cittadini svizzeri che vi sono attualmente presenti di lasciarla al più presto, laddove possibile. Il dipartimento di Ignazio Cassis ha inoltre informato che la Confederazione parteciperà nel pomeriggio di giovedì a una riunione ministeriale d’emergenza dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).
La responsabile della politica della sicurezza del Dipartimento federale della difesa (DDPS) Pälvi Pauli ha dal canto suo dichiarato che per la Svizzera ci possono essere conseguenze indirette del conflitto tra Kiev e Mosca: cyberattacchi, spionaggio e movimenti migratori in primis. I cyberattacchi e lo spionaggio, in particolare, possono colpire organizzazioni internazionali presenti in terrotorio elvetico, ha detto Pulli alle testate del gruppo CH-Media. Pulli dice inoltre di non aspettarsi un intervento della NATO: “Un confronto armato diretto non è negli interessi né della Russia né della NATO. È però chiaro che questo conflitto e le tensioni non si placheranno nell’immediato”. Il fatto che un membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU metta in dubbio la legittimità di un grande Stato europeo è eccezionale, aggiunge: “La situazione è preoccupante e instabile”.
Caritas Svizzera ha stanziato un contributo di 200’000 franchi per gli aiuti d’emergenza all’Ucraina. Denaro che servirà per fornire beni di prima necessità agli abitanti dell’est del Paese, con l’aiuto della filiale ucraina dell’organizzazione. Altri aiuti finanziari potranno essere forniti se il conflitto dovesse perdurare nel tempo.
L’offensiva, definita da Putin “non una guerra, ma un’operazione militare speciale”, ha portato la Commissione europea a convocare una riunione straordinaria nella mattinata di giovedì in vista del vertice europeo che si terrà in serata a Bruxelles. Intanto Kiev ha introdotto la legge marziale in tutto il Paese.
Il ministero della difesa russo ha comunicato nel frattempo che le difese aree dell’Ucraina sarebbero state soppresse. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, ha confermato che la Russia ha attaccato le infrastrutture militari ucraine. Secondo la BBC, ci sono già diverse vittime: almeno sette persone sarebbero morte e altre nove sarebbero rimaste ferite.
Edizione straordinaria del Telegiornale della RSI
Cosa dice la stampa svizzera
La stampa svizzera ha generalmente reagito inorridita all’attacco russo. Il tono è critico: l’invasione russa dell’Ucraina non solo è una palese violazione del diritto internazionale, ma rappresenta una svolta politica in Europa.
È un Occidente unito che deve contrastare i calcoli senza scrupoli di Puntin, scrive la Neue Zürcher Zeitung (NZZ): “L’esitante politica statunitense ed europea nei confronti del despota Putin è fallita. Considerato il pericolo che la Russia rappresenta per l’intero continente, un’inversione di marcia è ora necessaria”.
“La fine del vecchio mondo è iniziata”, titola il Tages Anzeiger. “Una cosa è chiara: dopo questa giornata nera, nulla sarà più come prima”. Putin ha perso “ogni empatia”, “ogni senso della misura”, si legge. “La discussione su dure sanzioni sembra stranamente fuori luogo e impotente e rende chiaro che al momento nulla può fermare la follia”.
Tuttavia, in seno ai circoli conservatori di destra fino ai comunisti si trovano anche i cosiddetti “partigiani di Putin”. L’Aargauer Zeitung ha parlato con alcuni di loro, anche prima dello scoppio della guerra. Yvette Estermann, dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), per esempio, ha dichiarato al quotidiano svizzero-tedesco che ha senso creare una zona cuscinetto tra l’Est e l’Ovest. Il cuscinetto è l’Ucraina, la regione del Donbass. La NATO non dovrebbe più avvicinarsi al confine russo, ha detto.
Il politico di centro Filippo Lombardi, che ha fatto parte del Gruppo d’amicizia Svizzera-Russia dell’assemblea federale, ha dichiarato che “l’Occidente ha fatto almeno altrettanti errori della Russia”.
Reazioni su Twitter
Con l’hashtag #StandWithUkraine, molte persone in Svizzera hanno espresso la loro indignazione.
“Un giorno nero per l’Europa – nei pensieri con il popolo in Ucraina”, ha scritto il sindaco di Berna Alec von Graffenried
Il consigliere nazionale Fabian Molina del Partito Socialista (PS, sinistra) ha twittato: “La Russia ha lanciato una guerra di aggressione contro l’Ucraina. Questa brutale violazione del diritto internazionale sta distruggendo la pace in Europa. La Svizzera deve essere dimostrare una piena solidarietà con i nostri partner europei per imporre la fine delle ostilità”.
Jon Pult, anche lui consigliere nazionale del PS, ha scritto: “Putin […] sta violando la Carta delle Nazioni Unite. Non c’è neutralità di fronte a tali violazioni del diritto internazionale” La Svizzera deve sostenere le sanzioni, ha detto, aggiungendo che l’esitazione del Consiglio federale è inaccettabile. “Il sistema oligarchico di Putin dovrebbe essere prosciugato finanziariamente”.
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