La Svizzera è troppo parsimoniosa con l’acqua e “danneggia i Paesi vicini”
Secondo il presidente dell'Organizzazione internazionale per la protezione delle Alpi, il continuo aumento delle centrali idroelettriche in Svizzera va a scapito dei Paesi vicini, in particolare Italia e Francia, che contano sulla Confederazione per gli approvvigionamenti di acqua.
Secondo Kaspar Schuler, ex direttore di Greenpeace Svizzera e oggi presidente dell’Organizzazione internazionale per la protezione delle AlpiCollegamento esterno CIPRA la Confederazione sbaglia a voler espandere ulteriormente l’energia idroelettrica: “È unico al mondo il modo in cui interveniamo nell’ecologia per l’energia idroelettrica, sebbene il 95% del potenziale idroelettrico della Svizzera sia già stato esaurito”, afferma in un’intervistaCollegamento esterno rilasciata al quotidiano Blick. Così facendo, però, ne risentono anche i Paesi vicini, che rischiano di rimanere senz’acqua in periodi di bisogno.
Svizzera e Austria sono i “rubinetti centrali d’Europa” e decidono quando e dove rilasciare le loro acque. Per poter produrre ancora più elettricità in inverno, la Confederazione vuole conservare più acqua nelle Alpi in estate per poi utilizzarla per produrre elettricità in inverno.
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Quando però i Paesi limitrofi (Francia e Italia in particolare) si trovano ad affrontare periodi di siccità, questa strategia rossocrociata viene vista come… egoista: “La Svizzera guarda prima a sé stessa, danneggiando così i Paesi vicini”, dice Schuler.
È quello che è successo nel corso dell’estate 2022: in Italia del nord il fiume Po si è quasi prosciugato, mettendo a repentaglio i raccolti di migliaia di aziende agricole. Nonostante un appello dell’organizzazione che controlla le acque della pianura padana a mantenere stabili i livelli dell’acqua del Lago Maggiore, il Ticino, anch’esso in grave situazione di siccità, non è intervenuto.
Non sono esclusi conflitti futuri
Casi come questo si presenteranno sempre più frequentemente: i cambiamenti climatici stanno portando a un costante aumento delle temperature e a precipitazioni sempre più rare. Il presidente della CIPRA lo ha spiegato qualche mese fa in un’intervista rilasciata a SWI Swissinfo.ch: “In futuro sarà una lotta”. Potenziali conflitti che il Governo vuole evitare a tutti i costi, rinegoziando gli accordi e le convenzioni internazionali.
Una situazione allarmante secondo Schuler, ma non la vede così l’Ufficio federale dell’energia (UFE). Nel corso di una tavola rotonda tenutasi nel mese di dicembre 2021 le aziende energetiche elvetiche, i Cantoni e le associazioni per la tutela dell’ambiente si sono accordati su 15 progetti idroelettrici da realizzare in tempi brevi. Un trionfo per l’allora ministra elvetica dell’energia Simonetta Sommaruga. Nel frattempo, diversi altri progetti sono stati messi in cantiere. Per l’UFE, anche se tutti questi progetti venissero completati e fossero attivi contemporaneamente, le portate del Rodano, del Reno e del Ticino subirebbero solo una minima riduzione (meno del 10%).
Secondo la CIPRA la Svizzera e altri Paesi stanno violando la Convenzione alpina internazionale con l’espansione delle energie rinnovabili. Questo trattato di diritto internazionale, sottoscritto tra l’UE e la Confederazione e altri sette Stati alpini (Germania, Francia, Italia, Liechtenstein, Principato di Monaco, Austria e Slovenia), dovrebbe garantire l’equilibrio tra protezione e utilizzo delle regioni montane.
In periodi di forte siccità, spiega l’UFE, la Svizzera non può essere di grande aiuto: se anche il Ticino avesse deciso di aiutare il nord Italia, lo avrebbe potuto fare per un massimo di due settimane. “Dopo di che, i bacini sarebbero stati vuoti”, causando poi un effetto a catena. I laghi di accumulo non avrebbero più potuto essere riempiti con la stessa rapidità, il che avrebbe comportato una minore produzione energetica invernale e un conseguente aumento delle importazioni.
Due terzi dell’energia arrivano dall’idroelettrico
Il 31 dicembre 2022 in Svizzera si contavano 693 centrali idroelettriche Collegamento esternocon una potenza di almeno 300 kW. La loro produzione annua di energia elettrica è di circa 37’260 gigawattora, ossia circa i due terzi del totale. Di questi, il 48,4% circa è prodotto in impianti ad acqua fluente (su fiumi o torrenti), il 47,4 % in impianti ad accumulazioneCollegamento esterno e il 4,2% in impianti ad accumulazione con pompaggioCollegamento esterno. Il 63% di quest’energia proviene da Uri, Grigioni, Ticino e Vallese, mentre circa l’11% dell’energia idroelettrica svizzera ha origine in impianti binazionali situati lungo i corsi d’acqua di confine.
A titolo di paragone, in Italia vengono prodotti grazie all’acqua 46 terawattora annui (il 16,5% del totale) e in Francia 58 miliardi di terawattora (18% del totale). La Germania, dal canto suo, conta sempre meno sull’idroelettrico, concentrandosi maggiormente sull’eolico, che ad oggi rappresenta un terzo del totale ed è in continuo aumento.
Qui potete trovare tutte le puntate della serie che SWI Swissinfo.ch ha dedicato ad acqua e siccità:
- Mancanza d’acqua: perché l’oro blu della Svizzera è sotto pressione
- La siccità preoccupa anche nel Paese dell’acqua
- Come prevenire conflitti per l’acqua nel cuore dell’Europa
- “Dobbiamo consumare meno acqua e in modo più intelligente”
- Scarsità di acqua, un villaggio vinicolo svizzero sperimenta soluzioni innovative
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