La Svizzera sempre capolista in materia di innovazione
Da ormai dieci anni, la Confederazione è il Paese più innovativo al mondo, stando alla graduatoria pubblicata dall'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI).
“Mentre il mondo cerca di riprendersi dalla pandemia, sappiamo che l’innovazione è la chiave per superare le sfide con le quali siamo tutti confrontati e per costruire un futuro migliore”, ha sottolineato il direttore dell’OMPI Daren Tang, citato nel comunicatoCollegamento esterno.
La Svizzera è in ottima posizione per affrontare queste sfide, poiché per l’undicesima volta consecutiva figura al primo posto in materia di innovazione, stando alla classifica stilata dall’organo delle Nazioni Unite, che ha sede a Ginevra.
Dietro alla Confederazione si confermano – nei medesimi posti come nel 2020 – Svezia, Stati Uniti e Regno Unito. Seguono poi Corea del Sud, Paesi Bassi, Finlandia, Singapore, Danimarca e Germania. All’11esimo rango figura la Francia, tallonata dalla Cina, mentre l’Italia si trova al 21esimo posto. La classifica dei 132 Stati analizzati sulla base di 81 indicatori è chiusa da Guinea, Yemen e Angola.
Investimenti intensificati
“Nonostante il drammatico impatto della pandemia di Covid-19 sulle condizioni di vita e sui mezzi di sussistenza molti settori economici hanno resistito notevolmente bene: in particolare quelli che hanno puntato sulla digitalizzazione, sulla tecnologia e sull’innovazione”, ha dichiarato Daren Tang.
Stando all’organismo delle Nazioni Unite, in molte parti del mondo i governi e le imprese hanno intensificato i loro investimenti nell’innovazione, in risposta alla crisi causata dal virus. La produzione scientifica, le spese di ricerca e sviluppo (R&S), le domande di registrazione della proprietà intellettuale e le transazioni con capitale di rischio hanno continuato ad aumentare nel 2020, superando anche i livelli già elevati registrati prima della crisi. In particolare, la spesa in R&S ha retto meglio durante la recessione economica legata alla pandemia rispetto a quanto successo in altri crisi.
Ma questa espansione non ha riguardato tutti i settori. Se in ambiti quali la farmaceutica e la biotecnologia si è assistito a un forte incremento, nei trasporti e nel turismo, pesantemente colpiti dalle restrizioni, vi è stata una forte diminuzione delle spese legate all’innovazione.
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