La violenza sui minori e quella lacuna nella legge
In Svizzera facciamo abbastanza per il benessere dei bambini? Chi si occupa di protezione dell'infanzia non ne è del tutto convinto.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha una strategia volta a eliminare ogni violenza nei confronti dei bambini e degli adolescenti, potenzialmente entro il 2030. Un obiettivo che certo non si raggiungerà entro otto anni, ma per il quale l’ONU e i specialisti di varie organizzazioni mondiali hanno elaborato una serie di progetti.
La Svizzera, a sorpresa, e nonostante il grande lavoro di prevenzione svolto negli ultimi 30 anni, non è fra i Paesi con maggior attenzione al benessere del bambino. Lo dicono proprio i membri del Comitato ONU per i diritti dell’Infanzia che muovono verso la Confederazione critiche precise delle quali abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo di un paio di mesi fa.
Altri sviluppi
Un’educazione senza schiaffi
Sono infatti 63 i Paesi al mondo che hanno una legge contro le punizioni corporali. La Svizzera no. Anche il Consiglio di Stato Ticinese ha scritto a BernaCollegamento esterno una lettera per accelerare la modifica del codice civile e vietare la cosiddetta “violenza educativa”.
I numeri
Ogni anno, nella Confederazione, 1’600 bambini finiscono al pronto soccorso per maltrattamenti. Fino a 50’000 sono invece quelli che entrano in contatto con un le organizzazioni per la protezione dell’infanzia, perché il loro benessere è minacciato. Fino al 30% dei giovani sotto ai 18 anni è invece stato vittima di una qualche forma di abuso sessuale.
Ciò che per gli esperti potrebbe fare la differenza è una base legale federale in materia di protezione dell’infanzia. Ne hanno parlato, in un approfondimento del Quotidiano, la giornalista Roberta Nicolò, il presidente del Tribunale penale cantonale Mauro Ermani, e la consulente scientifica della Fondazione per l’aiuto, il sostegno e la protezione dell’infanzia Myriam Caranzano-Maitre.
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