Le Guardie svizzere avranno una nuova casa
Il progetto di una nuova caserma per le Guardie del Papa si fa più concreto: mercoledì è stata firmata a Roma una convenzione che dà di fatto il via all'iniziativa.
La Fondazione svizzera per il rinnovamento della caserma delle Guardie svizzere del Papa e il Vaticano hanno firmato mercoledì una convenzione di cooperazione per la messa in opera del progetto di ristrutturazione dei vetusti alloggi dove vivono oggi i militari elvetici.
L’atto, rende noto un comunicatoCollegamento esterno della Santa Sede, è stato firmato dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di sua Santità, e da Jean-Pierre Roth e Stephan Kuhn, rispettivamente presidente e vice presidente della fondazioneCollegamento esterno. Ha presenziato anche Denis Knobel, recentemente nominato ambasciatore della Confederazione elvetica presso la Santa Sede.
“Pur trattandosi di uno strumento giuridicamente non vincolante – si legge nella nota -, il Protocollo attesta la comune volontà delle Parti ad adoperarsi, nel rispetto della legislazione vaticana ed internazionale, per assicurare alle Guardie, alle loro famiglie e a coloro che in vario modo le assistono condizioni di alloggio migliori e rispettose dell’ambiente. L’inizio dei lavori avrà luogo alla conclusione del Giubileo del 2025, a condizione che sia assicurato il finanziamento del progetto definitivo e vengano concesse le debite autorizzazioni”.
“La firma di oggi – ha dichiarato il cardinale Pietro Parolin – costituisce una vera e propria ripartenza dopo la pausa imposta dal Covid e la decisione di porre questo atto nel contesto delle solenni celebrazioni del giuramento delle nuove Guardie svizzere, esprime, in maniera molto concreta, quanto ci stia a cuore il Corpo della Guardia Svizzera e il prezioso servizio che esso svolge da quasi 500 anni a protezione del Santo Padre”.
Il 6 maggio Ignazio Cassis si recherà in Vaticano dove parteciperà al giuramento delle 36 nuove Guardie svizzere.
Il presidente della Confederazione incontrerà papa Francesco e il Segretario per i rapporti con gli Stati, l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher. Nel corso della visita sarà anche presentata la sede della nuova ambasciata svizzera presso la Santa Sede. Lo scorso ottobre il Governo svizzero ha infatti deciso di istituire un’ambasciata al Vaticano.
Al giuramento delle Guardie svizzere, insieme a Cassis, presenzieranno anche la presidente del Consiglio nazionale Irène Kälin e il presidente del Consiglio degli Stati, Thomas Hefti.
Circa 50 milioni di franchi
Nella fase di pianificazione del progetto, la fondazione si impegna a condurre una campagna di raccolta fondi per assicurare la copertura del budget definitivo. Il budget totale ammonta a 45 milioni di franchi (44 milioni di euro). A fine marzo la fondazione ne aveva già raccolti 42,5 milioni.
Il Vaticano si farà invece carico delle spese di alloggio provvisorio durante il periodo dei lavori, per un costo stimato di cinque milioni di franchi. La Santa Sede sottoporrà anche il progetto all’esame della commissione interna competente e dell’Unesco, essendo Città del Vaticano iscritta al Patrimonio mondiale dell’umanità.
Non prima del 2026
Una volta garantiti i finanziamenti, il Vaticano fisserà la data di inizio dei lavori, non prima della fine del 2025, anno di Giubileo.
La caserma, una costruzione storica del XIX secolo, è all’interno delle mura vaticane, subito dopo Porta Sant’Anna. È di fatto la via d’ingresso più frequentata perché da lì si arriva subito alla farmacia, all’annona e anche ad altri servizi che vedono la presenza di pellegrini, come il servizio fotografico dell’Osservatore Romano e l’Elemosineria. Per questo è stato deciso che i lavori potranno iniziare solo dopo la fine del Giubileo.
Inizialmente era prevista un’inaugurazione per il 2027, 500 anni dopo il sacco di Roma, evento durante il quale morirono 147 guardie al servizio di Papa Clemente VII. Un obiettivo che sarà ora però difficile da raggiungere.
In questo video la cerimonia di giuramento delle nuove Guardie svizzere
Caserma “California”
La caserma attuale è ormai vetusta e i dormitori sono stati soprannominati dalle guardie “California”, a causa dell’intenso calore che vi regna durante l’estate.
Le camerate, che ospitano fino a dieci guardie, con i bagni in comune, dovrebbero essere sostituite da mini-appartamenti con bagno privato per accogliere una o due guardie. Ma è pensabile che verranno predisposti dei locali capaci di ospitare anche quei soldati che hanno famiglia.
Con questo progetto la caserma delle Guardie svizzere si adegua per poter dare alloggio, in futuro, anche a donne-alabardiere. È una prospettiva al momento solo sulla carta perché l’esercito più piccolo del mondo è un Corpo esclusivamente maschile.
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