Littering, meglio sensibilizzare o punire?
In Svizzera, il littering – ossia l’atto di gettare rifiuti per terra – costa circa 200 milioni di franchi all’anno. Un fenomeno in crescita che preoccupa le autorità. Molti comuni preferiscono però sensibilizzare invece di punire.
Segnalare con una bandierina i rifiuti ritrovati nell’erba dei prati e lasciarla lì per tre settimane: è l’iniziativa presa dal comune di Gossau, nel cantone San Gallo, per cercare di sensibilizzare la popolazione a un comportamento che crea spese enormi per la comunità.
Smaltire una tonnellata di rifiuti ordinari costa infatti circa 145 franchi, mentre per raccogliere mozziconi e imballaggi vari gettati per terra le spese lievitano fino a 7-8’000 franchi.
Il fenomeno del litteringCollegamento esterno è in crescita. Stando a un rapportoCollegamento esterno pubblicato nel 2011, le cause sono molteplici. Da un lato sempre più persone trascorrono la pausa pranzo sul posto di lavoro e spesso mangiano per strada, abbandonando imballaggi, posate e tovaglioli per terra. Un altro fattore è legato al boom dei giornali gratuiti, che spesso vengono quasi subito gettati. Infine, a seguito del divieto di fumo introdotto nei locali pubblici la gente getta probabilmente più spesso mozziconi di sigarette per terra.
Per lottare contro questo fenomeno, molti comuni e cantoni puntano sulla sensibilizzazione. Altri hanno invece creato delle basi legali per potere comminare multe. Nel cantone Soletta, ad esempio, chi getta un mozzicone o una gomma da masticare per terra, rischia 40 franchi di multa. Per quantità di rifiuti più importanti, l’ammenda può salire fino a 250 franchi.
Una proposta di introdurre una disposizione a livello federale – che prevedeva multe fino a un massimo di 300 franchi – è invece stata respinta un anno fa dalla Camera bassa del parlamento.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.