Lo sguardo alternativo di Locarno76 sul cinema (e il mondo)
Con la voglia di dare un’immagine del mondo alternativa si apre oggi, 2 agosto, la 76esima edizione del Locarno Film Festival. La rassegna cinematografica elvetica proseguirà fino al 12 agosto e per undici giorni esplorerà la complessità del presente attraverso le prospettive offerte dai 214 film selezionati.
Lo sguardo del direttore artistico Giona A. Nazzaro, al suo terzo festival, quest’anno è chiaramente indirizzato verso un’interpretazione altra del mondo in cui viviamo grazie alla magia del cinema, che non solo interpreta ma suggerisce letture alternative del presente. E Locarno76 lo farà grazie ai 214 i film in programma, di cui 110 prime mondiali (ovvero, film mai proiettati prima in pubblico) e sei prime internazionali (film già proiettati, ma solo nel Paese di origine).
La magia di Piazza Grande
Se altri grandi festival del cinema come Cannes, Berlino e Venezia mettono l’accento sul concorso internazionale e sulla presenza di stelle e stelline del cinema mondiale, Locarno – un po’ per scelta e un po’ per obbligo – privilegia gli outsider, i registi e le registe indipendenti, le figure esordienti e le narrazioni meno classiche. Locarno si distingue poi in modo particolare per la sua Piazza Grande, il salotto buono sotto le stelle (e un cielo agostano spesso capriccioso) che ogni sera intrattiene davanti al mega schermo di 364 metri quadrati quasi 8’000 persone, tra cinefili e molti curiosi.
Per cinefili ma anche per il grande pubblico, Piazza GrandeCollegamento esterno quest’anno offre film d’autore del passato quali “La PalomaCollegamento esterno” (1974) dello svizzero Daniel Schmid, restaurato per l’occasione dal laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna, e “La città delle donneCollegamento esterno” (1980) di Federico Fellini. Ma anche opere recenti come “Anatomie d’une chuteCollegamento esterno” (2023) di Justine Triet, vincitrice pochi mesi fa della Palma d’oro a Cannes, e “The Old OakCollegamento esterno” del britannico ormai 87enne Ken Loach, che sarà al festival per presentare la sua nuova creazione.
Come tradizione vuole, i film in Piazza Grande parleranno anche in italiano. Oltre al già citato “classico” di Federico Fellini, altri due lungometraggi italiani verranno proiettati sul mega schermo locarnese. Venerdì 5 agosto si potrà vedere “La bella estateCollegamento esterno” di Laura Luchetti con Deva Cassel, la talentuosa figlia di Vincent Cassel e Monica Bellucci). Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Cesare Pavese, il film – ambientato nel 1938 – vede protagonista la giovane Ginia, che appena trasferitasi a Torino dalla campagna, durante la sua “bella estate” cede al primo grande amore, celebrando il coraggio di essere veramente sé stessa.
Il secondo film, programmato per sabato 6 agosto, è “Non sono quello che sonoCollegamento esterno”, l’Otello di Shakespeare liberamente adattato da Edoardo Leo. Il film ci ricorda che i vari Iago, Otello e Desdemona sono ancora tra noi (la cronaca purtroppo ne è piena). Ambientata nei primi anni 2000, (con la forza del dialetto a riportare il dramma al presente), quella di Otello è una storia senza tempo in cui il bene e il male si mescolano in un vortice di inganni, tradimenti e folle gelosia.
Concorso internazionale molto europeo
Un festival lo si giudica però soprattutto dalla qualità dei film in concorso. Come detto, per il Pardo d’Oro quest’anno corrono “solo” 17 opereCollegamento esterno (negli anni “ingordi” di Irene Bignardi si arrivava anche a 22-23 film), tutte in prima mondiale e una in prima internazionale, come vuole il regolamento dei grandi festival.
Quest’anno il direttore artistico per il concorso internazionale ha puntato suil cinema europeo. Tra i film di spicco di questa edizione figurano allora “Do Not Expect Too Much From the End of the WorldCollegamento esterno”, la nuova pellicola del regista rumeno Radu Jude, vincitore dell’Orso d’oro di Berlino lo scorso anno; “StepneCollegamento esterno”, un film molto personale dell’ucraina Maryna Vroda, che non direttamente collegato alla guerra in corso; e “The Vanishing SoldierCollegamento esterno”, opera seconda dell’israeliano Dani Rosenberg: un viaggio tragicomico di 24 ore attraverso le strade calde e umide di Tel Aviv di un soldato israeliano di 18 anni che abbandona il campo di battaglia di Gaza per far ritorno dalla fidanzata.
A rappresentare la Svizzera sarà il regista vodese, di origini portoghesi, Basil Da Cunha con “Manga d’TerraCollegamento esterno” (Palexpo, venerdì 4 agosto alle ore 14). Il film racconta la storia di Rosa, 20 anni, che lascia Capo Verde per stabilirsi a Lisbona dove cerca conforto presso le donne della comunità capoverdiana. Ma la sua vera via di fuga è la musica. Come racconta il regista, “con Manga D’Terra ho voluto rendere omaggio alle donne del quartiere lisbonese di Reboleira, attraverso una commedia musicale che rivisita le sonorità cosmiche di Capo Verde”.
Due film italiani in concorso
In concorso ci sono inoltre due lungometraggi prodotti in Italia. Iniziamo dall’opera prima di Simone Bozzelli, “PatagoniaCollegamento esterno” (Palexpo, lunedì 7 alle 16.45). Sognando la libertà della Patagonia due ragazzi, Yuri e Agostino, partono per un viaggio che si trasformerà in un delirio di controllo e prigionia. Una storia di spazi immensi dietro pareti strette, dove la Patagonia rappresenta la libertà (e la libertà forse non esiste).
La seconda opera italiana in corsa per il Pardo d’Oro è “RossosperanzaCollegamento esterno” di Annarita Zambrano (Palexpo, giovedì 10 agosto alle 16.45). Il film racconta di Zena, Marzia, Alfonso e Adriano, figli reietti di gente perbene, che si incontrano nella costosa Villa Bianca dove le loro famiglie li hanno spediti per farli diventare “normali”. È il 1990, In Italia c’è chi balla, chi ama, chi guarda. E c’è chi uccide.
Infine, ricordiamo il concorso “Cineasti del presenteCollegamento esterno”, la retrospettiva dedicata al cinema messicanoCollegamento esterno e la sezione “Open DoorsCollegamento esterno” che promuove produttori e cineaste di Paesi con industrie cinematografiche scarsamente finanziate. Sempre particolarmente interessanti sono poi gli eventi, le conversazioni e le tavole rotonde organizzate al Forum Spazio CinemaCollegamento esterno.
Un premio per Rossellini
A Locarno sono attese diverse star del cinemaCollegamento esterno. Da Cate Blanchett a Ken Loach, da Stellan Skarsgård a Barbet Schröder, da Pietro Scalia (vincitore di due Oscar per il montaggio) a Renzo Rossellini. A quest’ultimo verrà consegnato il “Lifetime Achievement Award”, riconoscimento per i risultati ottenuti durante la sua carriera: la cerimonia sarà (giovedì 10 agosto ini Piazza Grande).
Renzo RosselliniCollegamento esterno è stato il produttore di maestri del cinema come Federico Fellini, Werner Herzog e Francis Ford Coppola, nonché aiuto regista di personalità come François Truffaud e Claude Chabrol e naturalmente del padre Roberto. Per omaggiare Rossellini verrà proposto in Piazza dopo la premiazione un film rappresentativo del suo lavoro di produttore al fianco di grandi autori: “La città delle donne” di Federico Fellini. L’indomani Rossellini incontrerà il pubblico durante la conversazione al Forum Spazio Cinema.
Lo sciopero a Hollywood e le sue conseguenze
Anche Locarno76 soffre per lo sciopero degli attori e degli sceneggiatori a Hollywood. La prima defezione a causa dello sciopero va segnalata proprio per il giorno d’apertura: l’attore britannico di origine pachistana Riz Ahmed, che avrebbe dovuto ritirare sul palco di Piazza Grande un “Excellence Award”, ha rinunciato al premio e alla trasferta a Locarno.
Dal canto suo l’attore svedese Stellan Skarsgård ha deciso, in segno di solidarietà, di rinunciare al “Leopard Club Award”: la premiazione e la conversazione con il pubblico sono quindi state annullate. Skarsgård sarà comunque a Locarno per presentare il nuovo film in cui recita – “What Remains” di Ran Huang (2022), proposto nella sezione “Fuori concorso” venerdì 4 agosto (con proiezioni anche sabato 5 e domenica 6 agosto).
La partecipazione dell’attrice d’origine australiana Cate Blanchett, produttrice esecutiva del film “ShaydaCollegamento esterno” di Noora Niasari che chiuderà la 76esima edizione del festival sabato 12 agosto, è ancora in via di definizione.
Cambia la presidenza del festival
Dopo 24 edizioni, il presidente Marco Solari – che è alla testa della rassegna cinematografica dal 2000 – a fine festival lascia la presidenza. Sotto la sua guida, il Festival internazionale del film di Locarno (così denominato al suo arrivo) è cresciuto notevolmente, soprattutto da un punto di vista finanziario. Come ha ricordato lo stesso Solari, “in 23 anni abbiamo ricevuto dalla politica e dai partner 100 milioni di franchi”.
A succedergli sarà la basilese Maja HoffmannCollegamento esterno. Discendente della famiglia che ha fondato l’azienda farmaceutica Roche, Maja Hoffmann, 67 anni, è collezionista d’arte, nonché presidente e fondatrice di LUMA Foundation, “uno dei maggiori progetti privati in ambito culturale in Europa, che dal 2004 incoraggia la creazione artistica nel campo delle arti visive”. Sarà la prima donna alla presidenza del Locarno Film Festival.
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