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Sierra Leone, 400 morti e più di 600 dispersi

Almeno 600 persone risultano ancora disperse dopo l'alluvione e l'ondata di fango che lunedì hanno colpito Freetown, capitale della Sierra Leone, dove il numero dei morti accertati si avvicina ai 400.

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Il presidente, Ernest Bai Koroma, nelle ultime ore ha lanciato un appello per un “aiuto urgente”, affermando che “intere comunità sono state spazzate via”.

Oggi è prevista una prima sepoltura di massa dei morti, ma la Croce Rossa parla di “corsa contro il tempo” per il pericolo di epidemie. Il portavoce presidenziale Abdulai Baraytay ha ricordato che cadaveri vengono ancora estratti dal fango e che mancano all’appello ancora centinaia di persone: “L’intera comunità è ora in lutto. Molte persone care risultano ancora disperse, ben oltre 600”.

L’Onu ha fatto sapere che le sue squadre di soccorso sono state mobilitate. “Si stanno mettendo a punto piani d’azione per arginare qualsiasi potenziale diffusione di epidemie legate all’acqua, come il colera, il tifo e la diarrea”, ha spiegato un portavoce dell’Onu in Sierra Leone, Stephane Duharric.

Sotto l’azione di una pioggia intensa e incessante, lunedì mattina, quando era ancora notte e la gente dormiva, un intero fianco della collina Sugar Loaf (Pan di zucchero) è smottato in una valanga di fango, travolgendo centinaia di abitazioni e baracche che si trovavano sulla sua strada e riversandosi sul sottostante quartiere di Regent, trasformandosi, insieme all’acqua piovana, in impetuosi torrenti di acqua fangosa di diversi metri di profondità.

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