Ci sono ancora 70 milioni di mine sparse in tutto il mondo che ogni anno causano la morte di migliaia di persone. Per ricordare queste tristi cifre oggi a Berna, in occasione della giornata mondiale contro questo flagello che colpisce soprattutto le popolazioni civili dei paesi in via di sviluppo, si è tenuta una manifestazione.
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tvsvizzera/spal con RSI (TG del 4.4.2017)
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La Svizzera è in prima linea nella battaglia contro questo fenomeno destinando a questo scopo 16 milioni di franchi all’anno e operando con gli specialisti dell’esercito in Kosovo e prossimamente in Libia.
Gli obiettivi della campagna internazionale sono ambiziosi: bonificare entro il 2025 tutti i terreni in cui sono stati sotterrati questi subdoli ordigni, metterne al bando l’uso e la fabbricazione e distruggere le 200’000 mine anti-uomo già prodotte e in attesa di collocazione.
Aspirazioni che contrastano però con la realtà che attesta l’aumento, in concomitanza con il conflitto in Iraq e in Siria, delle vittime dopo alcuni anni in cui il loro numero era diminuito.
Nel 2017 sono stati quasi 1’700 i morti e oltre 5’000 i feriti o mutilati, in un caso su 5 si è trattato di un bambino. E, soprattutto, tra i 133 paesi che hanno dichiarato guerra alle mine mancano, tra gli altri, Cina, Egitto, India, Israele, Russia e Stati Uniti.
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