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Scontri e morti durante le proteste in Venezuela

Le proteste contro il governo di Nicolas Maduro, in Venezuela, sono sfociate mercoledì in violenti scontri che hanno provocato la morte di tre persone, portando a 8 il bilancio degli uccisi dall’inizio delle manifestazioni tre settimane fa. 

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Centinaia di migliaia di contrari al governo sono scesi in strada mercoledì a Caracas e in numerose altre città del Venezuela.

E se il presidente Nicolas Maduro accusa l’opposizione di tentare il golpe e individua nel presidente del parlamento, Julio Borges il regista dell’insurrezione antigovernativa, la Casa Bianca esprime grande preoccupazione e accusa il capo di Stato venezuelano di soffocare la voce dei suoi critici.

Intanto sale il bilancio delle vittime della crisi politica in un paese affamato e nel quale l’inflazione raggiungerà quest’anno il 700%. Mercoledì sono stati uccisi una guardia nazionale, un ragazzo di 17 anni e una ragazza di 23.

L’opposizione aveva organizzato per la giornata – festa nazionale in Venezuela – quella che avevano battezzato “la madre di tutte le proteste”: manifestanti oppositori dovevano concentrarsi in tutte le città.

I primi problemi sono sorti, però, prima ancora che iniziassero le manifestazioni. Sui social network si sono moltiplicate le informazioni su gruppi di “colectivos” che occupavano con violenza i punti di concentrazione dell’opposizione.

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