Governo catalano destituito
Nel quadro dell'art. 155 il governo spagnolo ha deciso di proporre al senato la destituzione del presidente catalano Carles Puigdemont, del vicepresidente Oriol Junqueras e di tutti i membri del Govern. Lo ha detto il premier Mariano Rajoy. Restano le autonomie della regione. Grande manifestazioni di protesta a Barcellona contro la decisione di Madrid.
È la prima volta dal ripristino della democrazia in Spagna nel 1978 che il governo di Madrid applica l’articolo 155 della Costituzione nei confronti di una comunità autonoma del Paese: una decisione senza precedenti, quindi, che nel caso della Catalogna colpisce una regione con 7,5 milioni di abitanti che contribuisce al prodotto interno lordo nazionale per il 18,9% (dato 2016).
– La facoltà di sciogliere il Parlamento della Catalogna passa al presidente del Governo. Verranno convocate nuove elezioni entro un massimo di sei mesi.
– Si chiede al Senato l’autorizzazione di destituire il presidente Carles Puigdemont e il suo governo.
– La Generalitat continuerà a funzionare e a svolgere l’amministrazione ordinaria della comunità autonoma.
– Il Parlament manterrà la sua funzione rappresentativa.
Oggi Madrid non ha sospeso ufficialmente l’autonomia della Catalogna, ma l’ha limitata a tal punto che difficilmente si può parlare ancora – allo stato delle cose – di comunità autonoma: si tratta infatti di un commissariamento che sospende i vertici della Generalitat, con la proposta al Senato di destituire il presidente Carles Puigdemont, il vicepresidente Oriol Junqueras e tutti i membri del Govern.
Catalani in piazza
Decine di migliaia di catalani si trovano sul Passeig de Gracia, nel centro di Barcellona, dove è iniziata verso le 17 la grande manifestazione convocata dal Tavolo per la Democrazia contro il commissariamento della Catalogna deciso da Madrid. I dimostranti denunciano anche la detenzione dei due leader indipendentisti Jordi Sanchez e Jordi Cuixart. Fra i manifestanti c’è anche il presidente Carles Puigdemont, che è stato accolto con applausi e grida di appoggio, e ha preso la testa del corteo.
Commissariamento
Le competenze del presidente e dei membri del governo di Barcellona, quindi, saranno assunte da autorità designate da Madrid sotto il controllo dei ministri del governo spagnolo. Le misure prevedono inoltre il divieto per il Parlament catalano di eleggere un sostituto di Puigdemont, ha spiegato il premier Mariano Rajoy precisando che assumerà le competenze del presidente catalano per convocare nuove elezioni al massimo entro sei mesi.
La facoltà di sciogliere il parlamento catalano passa poi a Madrid, mentre il Parlament manterrà la sua funzione rappresentativa. Tuttavia, il parlamento locale non potrà proporre il candidato al governo di Barcellona e non potrà interferire con la Costituzione o lo Statuto.
Queste misure sono state già trasmesse al Senato, che salvo sorprese darà il via libera finale venerdì 27 ottobre. L’ufficio di presidenza della Camera alta, formato da quattro senatori del Partito popolare (Pp) di Rajoy, due del Partito socialista operaio spagnolo (Psoe, socialdemocrazia) e uno del Partito nazionalista basco (Pnv), fissa oggi il calendario esatto dei lavori.
Madrid controlla anche la polizia catalana
Ma non è tutto: grazie all’articolo 155 Madrid prevede anche di prendere il controllo dei Mossos d’Esquadra, la polizia regionale catalana, e della radiotelevisione pubblica (Tv3 e Radio Catalunya), secondo quanto precisa il documento con le misure previste dall’esecutivo spagnolo inviato al Senato. Il governo spagnolo, attraverso i delegati che nominerà in Catalogna, potrà destituire e sostituire i dirigenti di polizia e radiotelevisione catalane.
Colpo di stato
Le misure annunciate oggi contro la Catalogna dal governo di Madrid “sanno di franchismo, è un ritorno al 1975” (anno della morte del dittatore Francisco Franco) ha accusato il parlamentare del Pdecat, il partito del presidente Carles Puigdemont, Josep LluisCleries.
La leader di Erc, il partito del vicepresidente Oriol Junqueras, Marta Rovira, ha denunciato a sua volta un “colpo di stato” del governo di Madrid contro “la maggioranza legale e democratica” eletta dai cittadini catalani.
La Cup, l’ala sinistra della coalizione indipendentista catalana, ha chiesto una “proclamazione immediata” della Repubblica in risposta al “colpo di Stato” del premier spagnolo Mariano Rajoy. Il parlamentare Carles Riera ha detto che “l’unica risposta possibile è la proclamazione immediata” dell’indipendenza e della “Repubblica catalana”.
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