Marmolada, deboli le speranze di trovare superstiti
La Marmolada è off limits: il Comune di Canazei ha emesso un'ordinanza che esplicita la chiusura totale del massiccio, sia sul versante trentino, dove si è consumata la tragedia, sia su quello veneto.
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tvsvizzera.it/mrj con agenzie
La chiusura totale di qualsiasi accesso alla Marmolada decisa martedì dal sindaco del Comune di Canazei è un modo per scoraggiare i curiosi che affollano la strada per passo Fedaia, da cui si vede nettamente il grande “scalino” provocato dal seracco caduto. Intanto proseguono le ricerche degli ultimi dispersi, ma le speranze di trovarli vivi sono quasi azzerate. Sono cinque le persone che mancano ancora all’appello, sette i morti accertati e otto i feriti (di cui due in modo grave).
Domenica centinaia di metri cubi di materiale si sono staccati dal ghiacciaio, precipitando a una velocità che, secondo gli esperti, ha raggiunto i 300 chilometri orari. La ragione esatta e il fattore scatenante non sono ancora stati stabiliti (il tribunale di Trento ha aperto un’inchiesta), anche se le principali teorie puntano il dito contro i cambiamenti climatici. Da una parte c’è lo scioglimento del permafrost, sempre più diffuso a livello globale. Dall’altra le scarse precipitazioni nevose: lo strato di neve che isola il ghiaccio dal calore estivo si è sciolto quest’anno con un mese di anticipo. Non è nemmeno da ignorare il fatto che proprio domenica in cima alla Marmolada sia stata registrata la temperatura record di 10 gradi. Non si tratta del fattore scatenante, però, dicono gli esperti: quanto avvenuto era “in preparazione” da anni se non da decenni.
Il glaciologo del Politecnico federale di Zurigo Matthias Huss in un’intervista pubblicata dal quotidiano Le Temps rassicura: anche se in Svizzera (e in generale nelle Alpi) esistono ghiacciai la cui conformazione è molto simile a quella della Marmolada, per ora non c’è pericolo di crolli. Sono, però, situazioni che vanno monitorate, avverte l’esperto: solo così si potrà provare a prevedere un futuro eventuale distacco di masse di ghiaccio. “Dobbiamo provare a identificare altre situazioni dove potrebbe accadere la stessa cosa per capire meglio il fenomeno”.
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Lo scioglimento del permafrost causato dall’innalzamento della temperatura farà sì che in futuro le escursioni in alta quota potranno essere effettuate solo in primavera, quando il manto nevoso è compatto e le temperature sono più basse. In questo modo si potranno evitare incidenti come quello della Marmolada. Lo ha dichiarato Thomas Wanner del Club alpino austriaco in un’intervista al quotidiano Dolomiten. Già da alcuni anni, per esempio, le guide alpine non offrono più scalate estive del Pan di Zucchero (3’507 m.s.m. sul confine tra Tirolo austriaco e Alto Adige). Sulla vetta più alta dell’Austria, il Grossglockner (3’798 m.s.m.) il percorso è stato modificato.
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