Matrimoni illegali, si è dimesso l’imam di Berna Memeti
La vicenda dei matrimoni irregolari - forse addirittura forzati - nella Casa delle Religioni di Berna ad opera di imam sconosciuti ha portato alle dimissioni dell'imam Mustafa Memeti.
L’emittente riferiva di adempienze da parte del religioso che non aveva controllato in tutti i casi se i requisiti per un matrimonio religioso fossero stati soddisfatti. In particolare, sarebbe stato violato il disposto del primato del matrimonio civile, secondo cui la celebrazione nuziale davanti alle autorità comunali deve precedere quella che si tiene nei luoghi di culto. Ma vi sarebbero stati addirittura matrimoni forzati, sempre secondo quanto riferisce la SRF.
Imam sconosciuti frequentavano l’edificio di culto
Dal profilo giuridico, dal momento che non è stato individuato l’officiante islamico dei controversi matrimoni nella Casa delle Religioni, i suoi amministratori hanno intrapreso un’azione legale su denuncia contro ignoti.
La Casa delle religioni, fondata a Berna nel 2014, è un edificio unico al mondo dove indù, musulmani, cristiani, aleviti e buddisti hanno un proprio luogo di culto. Al programma sono state associate anche le comunità ebraica, baha’i e sikh. Dergâh, chiesa, moschea, tempio e centro buddista sono collegati tra loro tramite uno spazio aperto e neutrale, dedicato al dialogo. È il cuore della casa che invita al dialogo interreligioso ed interculturale anche i visitatori.
Confidiamo nel fatto che le comunità religiose nella Casa delle religioni rispettino il diritto svizzero, ha evidenziato la direttrice Karin Mykytjuk, e le stesse comunità si impegnano a rispettare le leggi locali e a conformarsi ai diritti umani.
L’imam, a giudizio della direttrice, si è fidato delle dichiarazioni rese a voce dagli interessati riguardanti il loro stato civile. E non è a conoscenza di casi di matrimoni forzati celebrati da imam sconosciuti. Ma la Casa delle religioni è aperta tutta la giornata ed è frequentata da numerose persone che non fanno parte della locale associazione islamica.
Contenuto esterno
L’imam Memeti, che si è dimesso per la fine di aprile, si è assunto per iscritto la responsabilità di questa “carenza organizzativa”. Per lui era importante che questi casi diventassero pubblici e ha ribadito la sua condanna contro i matrimoni forzati definiti un “crimine odioso e grande”.
La presenza di una moschea nell’edificio sito al numero 1 di Europaplatz, ha sottolineato l’imam bernese (che è uno dei promotori e sostenitori dell’iniziativa interreligiosa), è un segno di apertura dell’Islam svizzero e un contributo alla sua affermazione che in caso contrario rischia di essere emarginato nel Paese.
Un imam aperto e inviso all’Islam politico
Il religioso 62enne ha addotto anche altre motivazioni alla sua scelta, che sarà annunciata formalmente ai membri dell’Associazione Musulmana durante l’incontro di sabato. Tra di esse l’età e la cospicua mole di lavoro all’interno dell’associazione musulmana e della Casa delle religioni.
Va precisato che Mustafa Memeti, imam progressista svizzero, di origine albanese, si è sempre battuto contro l’avanzata dell’Islam politico nella Confederazione ed è stato raggiunto nel 2015 da una “fatwa” emessa da autorità musulmane estremiste. Nota la sua avversione per il burqa che ha sempre combattuto con argomentazioni religiose.
Il servizio della Radiotelevisione svizzera SRF del 17 novembre che denunciava matrimoni forzati nella Casa delle religioni (in tedesco).
I danni del maltempo al centro dei colloqui tra Ignazio Cassis e i membri dei Governi cantonali grigionese e ticinese
Questo contenuto è stato pubblicato al
La situazione in Mesolcina e Alta Vallemaggia, zone pesantemente colpite dal maltempo in estate, è stata fra i temi abbordati oggi durante un incontro fra il consigliere federale Ignazio Cassis e i governi cantonali di Ticino e Grigioni.
Il regolamento sulla prostituzione di un comune vodese è troppo restrittivo, sentenzia il Tribunale federale
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il comune di Lucens è andato troppo oltre nel vietare la prostituzione nel raggio di 100 metri da alcuni luoghi sensibili.
Ponte aereo per sfollare i turisti nella Valle di Saas
Questo contenuto è stato pubblicato al
Le persone rimaste bloccate nella Valle di Saas, in Vallese, in seguito a una frana verificatasi nella notte tra mercoledì e giovedì potranno essere sfollate.
Da novembre la patente cartacea svizzera non sarà più valida
Questo contenuto è stato pubblicato al
Gli ultimi possessori delle patenti di guida cartacee di colore blu dovranno affrettarsi a richiedere la versione formato carta di credito: i vecchi documenti non saranno infatti più validi a partire dal primo novembre.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Gli istituti finanziari elvetici stanno indietreggiando sul continente asiatico e saranno presto superati. È quanto scrive venerdì la Neue Zürcher Zeitung (NZZ), secondo cui le banche svizzere stanno sottovalutando la concorrenza locale.
Associazione consumatori sporge denuncia contro Sunrise
Questo contenuto è stato pubblicato al
Sunrise tratta i suoi clienti in modo irregolare. È quanto ritiene l'associazione svizzerotedesca per la tutela dei consumatori Stiftung für Konsumentenschutz (SKS), che ha sporto denuncia per concorrenza sleale al tribunale distrettuale di Zurigo.
Un’iniziativa popolare chiede di garantire l’uguaglianza giuridica delle persone con disabilità
Questo contenuto è stato pubblicato al
I promotori della "iniziativa per l'inclusione" hanno consegnato oggi alla Cancelleria federale le 108'000 firme raccolte. Il testo chiede che l'uguaglianza di diritto e di fatto delle persone con disabilità sia garantita.
Esperti: “La Confederazione può risparmiare fino a 5 miliardi di franchi”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Rinuncia ai finanziamenti federali per gli asili nido, cancellazione delle "sovvenzioni banali", taglio delle spese non urgenti: sono alcune misure proposte da un gruppo di esperti istituito dal governo per risanare le finanze federali e risparmiare fino a 5 miliardi.
Zurigo stila un primo bilancio positivo sulla vendita controllata di cannabis
Questo contenuto è stato pubblicato al
Un anno dopo l'inizio dello studio sulla vendita controllata di cannabis a Zurigo, i responsabili del progetto stilano un primo bilancio intermedio positivo. Numerosi partecipanti ricevono consigli nei punti vendita per ridurre il loro consumo.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Un uso minore dei social media aumenta il senso di felicità delle persone: è quanto emerso da un sondaggio sulla felicità della popolazione commissionato dalla SSR e pubblicato govedì.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Contenuto esterno
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.