Cala il lavoro nero, in leggero aumento il dumping salariale
L'anno scorso i casi di lavoro nero in Svizzera sono diminuiti, mentre quelli di abusi salariale hanno fatto registrare una lieve crescita. È quanto emerge da due rapporti pubblicati giovedì.
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tvsvizzera.it/mar con RSI (TG dell'11.6.2020)
Da quando è entrata in vigore la libera circolazione delle persone tra UE e Svizzera, la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) monitora regolarmente la situazione per quanto concerne le cosiddette misure collaterali, ossia quei provvedimenti presi per proteggere i lavoratori che risiedono in Svizzera dal fenomeno del dumping salariale e garantire condizioni di concorrenza identiche tra le imprese elvetiche e quelle estere.
Nel 2019 – si legge nel comunicato Collegamento esternodiramato giovedì dalla Seco – sono state controllate 41’305 imprese e più di 160’000 persone per verificare il rispetto delle condizioni salariale e lavorative.
Tra i lavoratori distaccati – ossia collaboratori inviati in Svizzera da imprese estere per un determinato periodo – “la quota di inosservanza dei contratti collettivi di lavoro è aumentata dal 20 al 21%”, rende noto la Seco. Presso i datori di lavoro svizzeri gli abusi salariali sono invece diminuiti: dal 12 all’ 11%, mentre tra i prestatori di servizi indipendenti, su 5’993 controlli svolti è stata rilevata una presunta infrazione nell’8% dei casi.
I dati, osserva ancora la Seco, non sono rappresentativi per l’intero mercato del lavoro, poiché vengono controllati in particolare i settori più esposti a queste problematiche.
Lavoro nero
Per quanto concerne il lavoro nero, i controlli aziendali sono stati 12’181 e le persone controllate 34’965. Le verifiche si sono focalizzate sul settore dell’edilizia, sulla ristorazione e sul commercio al dettaglio.
I controlli hanno portato alla segnalazione di 12’554 casi sospetti, il 20% in meno rispetto all’anno precedente.
Gli organi cantonali di controllo hanno appurato infrazioni in 3’356 casi, 778 in meno del 2018.
In Svizzera il lavoro nero è un fenomeno relativamente marginale. Stando alle cifre dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’economia sommersa rappresenta circa il 5% del prodotto interno lordo elvetico. In certi paesi europei, ad esempio Grecia, Italia, Belgio e Spagna, la proporzione è di quasi il 20%.
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