La presunta discriminazione della lingua di Dante nella Confederazione, in particolare nel Canton Grigioni, ha attirato l’attenzione anche dell’Europa. Sulla scorta di quanto emerge da sesto rapporto sull’applicazione della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie in Svizzera, il Consiglio d’Europa ha infatti espresso la raccomandazione alla Svizzera di “continuare a promuovere l’uso dell’italiano nell'amministrazione e nel settore pubblico sotto il controllo cantonale nei Grigioni".
Nel documento messo a punto dagli esperti dell’organizzazione continentale promotrice dei diritti dell’uomo si sottolinea in particolare che “sulla base delle informazioni comunicate dai rappresentanti della comunità italiana, la conoscenza dell’italiano del personale amministrativo del cantone (retico) è insufficiente in numerose aree, tra cui quella dell’amministrazione centrale e del catasto”.
Sempre in relazione all’amministrazione grigionese viene rilevato che, secondo quanto indicato dai rappresentanti italofoni locali, le procedure di assunzione del personale cantonale sarebbero discriminatorie nei confronti dei non germanofoni pur essendo il Grigioni un cantone formalmente trilingue.
D’altra parte però il comitato di esperti del Consiglio d’Europa ha voluto precisare di “non essere in grado di pronunciarsi su queste questioni” e ha invitato le autorità cantonali “a fornire informazioni pertinenti nel prossimo rapporto” per contestualizzare e approfondire adeguatamente la questione.
La vicenda relativa alla sopravvivenza dignitosa della lingua italiana nelle valli retiche insomma non si chiude qui ed è destinata a conoscere ulteriori sviluppi nei prossimi mesi ed anni.
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