Mitholz, un’eredità esplosiva
Una cinquantina di persone costrette ad abbandonare il villaggio bernese a causa di un deposito di munizioni militari che rischia di esplodere come nel 1947.
Ida Steiner ha poco più che 90 anni e fra qualche mese dovrà abbandonare la sua casa. In realtà lei potrebbe benissimo continuare a vivere lì da sola. Ma non può. E con lei altre 50 persone. Perché la Confederazione ha deciso che Mitholz – la frazione nel comune bernese di Kandergrund – è da evacuare. Tutta colpa di un deposito di munizioni militari, 3mila tonnellate a rischio di esplosione.
Sono sepolte sotto un cumulo di rocce, crollate nel dicembre del 1947, quando una parte del deposito militare nascosto nella montagna esplose. Ida c’era, sopravvisse all’incidente, ma 9 persone, fra cui diversi bambini, persero la vita. Tutte le abitazioni vennero parzialmente o completamente danneggiate. “Avevamo deciso di scappare verso il bosco”, ci racconta Ida Steiner “la nonna non era in grado di camminare e mia mamma l’aveva dovuta prendere in braccio. Arrivati sulla strada a Kandersteg, i pompieri ci hanno portati via”.
A quasi 80 anni di distanza da quella tragedia, il Dipartimento federale della difesa ha deciso che l’unico modo per evitare un nuovo incidente è di bonificare l’area, anche perché si rischiano danni ambientali. Il figlio di Ida, Karl Steiner, presiede l’associazione che sostiene chi dovrà partire da lì: “Vogliamo che tutti siano risarciti equamente dallo Stato – racconta ai microfoni di Falò – E che tutte le munizioni siano rimosse.”
Difatti Berna sta comprando la trentina di proprietà toccate dal provvedimento – che non piace a tutti – che potranno essere riacquistate dalle stesse famiglie fra 20 anni, a bonifica conclusa. Fra compravendita, cantiere e pulizia, la Confederazione pagherà due miliardi e mezzo di franchi. Il credito sarà votato dal Consiglio degli Stati, in ultima lettura, martedì 19 settembre.
Fra chi sta traslocando, proprio in questi giorni, ci sono Margrit Mosimann e Bernhard Lanz, il quale, dopo la comunicazione del Dipartimento federale, subì un infarto. A lui piange letteralmente il cuore lasciare il loro chalet del 1700: “Avevo cercato di ristrutturarlo come era in origine. Avevo fatto tutto da solo. Era stato un gran lavoro.”
Per il sindaco di Kandergrund Roman Lanz, nonostante il sostegno delle autorità cantonali e federali, l’impresa è di quelle titaniche, anche sul piano morale: “È molto difficile, questa croce è davvero molto pesante da portare. Perché nessuno farebbe volentieri una cosa così”.
Heimat memoria, il Museo alpino svizzero a Berna
Cosa significa perdere la propria casa e abbandonare forzatamente il proprio villaggio natale, dove magari ci avevano vissuto generazioni intere della stessa famiglia? Il Museo alpino svizzeroCollegamento esterno a Berna ha provato ad interrogarsi sul senso di impotenza che stanno vivendo gli abitanti del villaggio montano bernese. Insieme ai suoi abitanti ha ricostruito la storia di Mitholz, confrontandosi sul concetto di Heimat. Ne è nato fra le altre cose il “Coro dell’addio”, un’installazione musicale con un brano intitolato “Läb wohl Mitholz” composto dalla bernese Kathrin Künzi, scritto da Kathrin Künzi, Arlette Schnyder, Antoine Jaccoud e interpretata da coristi provenienti in gran parte dalla Kandertal.
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