In proporzione alla sua ridotta superficie, il padiglione del principato di Monaco ha dei contenuti notevoli. Intanto i materiali. I container usati per gli spazi chiusi sono stati recuperati da una discarica e sono stati assemblati sotto la copertura di un tetto vegetale. I vasi esterni sono ricavati da vecchie casse, mentre il benvenuto al padiglione è espresso con un’installazione artistica emblematica composta da tronchi d’albero bruciati.
Non giocarsi la natura
Il messaggio è forte: dobbiamo riflettere sul riutilizzo dei materiali per non giocarci la natura. Proprio per la forza di questo monito, stona non poco la gestione del ristorante da parte di uno dei nomi eccellenti dell’ospitalità di lusso del principato. Il contenuto del percorso espositivo, espresso in casse da imballaggio, tocca i temi della sostenibilità attraverso tappe sulle colture marine, sulla pesca sostenibile e sulla necessità di preservare l’ambiente. Suggestiva la vasca cilindrica delle meduse in una saletta buia delimitata da una porta che sembra prelevata da un sommergibile di Verne.
Destinazione Africa nel futuro
Da segnalare che, a fine Expo2015, l’intero padiglione sarà integrato in un progetto umanitario in Africa. Il principato di Monaco sarà anche un forziere di ricchezza piccolo in proporzione alla sua popolazione, ma bisogna riconoscere che ha preso davvero sul serio l’impegno dell’esposizione universale.
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