Rodriguez, l’uomo tranquillo che corre sulla fascia
Ricardo Rodriguez non attira troppo l’attenzione su di sé. Eppure il terzino sinistro, grazie alla sua costanza, avrebbe tutte le carte in regola per essere la vedette della squadra nazionale svizzera di calcio, che domani sera scenderà in campo contro la Costa Rica.
Domenica scorsa, dopo l’uno a uno contro il Brasile, tutta la Svizzera ha osannato lo spirito di sacrificio di Valon Behrami. Dopo la vittoria di venerdì sulla Serbia si è parlato unicamente del gesto di Xhaka e Shaqiri. E domani sera, quando la nazionale di calcio elvetica sarà di nuovo in campo contro la Costa Rica, tutti si aspettano nuovamente che Granit Xhaka salga in cattedra per dirigere la compagine elvetica.
Quando è in giornata, Xhaka è l’unico giocatore di movimento della Svizzera ad avere la stoffa del campione. Anche Xherdan Shaqiri ha i numeri per fare la differenza, anche se non tutti apprezzano il suo atteggiamento in campo. È una questione di gusti. Entrambi i giocatori, multati dalla FIFA per il gesto dell’aquila bicipite dopo aver realizzato un gol contro la Serbia, saranno a disposizione del CT elvetico.
Sulla fascia sinistra c’è però qualcuno che da anni spicca per dedizione e solidità, svolge il suo compito senza sbavature, spesso in maniera brillante. Di lui quasi nessuno parla. È Ricardo Rodriguez.
È un giocatore che non attira l’attenzione su di sé, non dà fastidio, è un ragazzo pacato. “Non ho bisogno leggere ogni giorno il mio nome sui giornali”, dice Rodriguez. “Preferisco stare tranquillo”.
Anno difficile a Milano
Come Xhaka, Ricardo Rodriguez faceva parte di quella compagine che nel 2009 vinse il Campionato mondiale di calcio U17. In seguito, Rodriguez si è conquistato un posto di titolare nello Zurigo, poi a 19 anni si è trasferito al Wolfsburg nella Bundesliga.
È subito diventato una pedina importante della squadra tedesca ed ha così attirato l’attenzione delle più prestigiose squadre d’Europa. Tuttavia, il terzino sinistro non è riuscito ad accasarsi in un club rinomato. Anzi negli ultimi due-tre anni ha vissuto quasi un’involuzione.
L’estate scorsa, invece di finire alla corte del Real Madrid, è passato al Milan. Una squadra importante, ma certo in perdita di velocità, che aveva dimostrato un certo interesse nei confronti del nazionale svizzero.
In Italia, Rodriguez ha vissuto un anno piuttosto difficile a causa dei vari avvicendamenti in panchina. Il suo rendimento in campo è stato, come sempre, buono e costante. E così è rientrato nel novero di quei giocatori che fanno gola alle grandi della Champions-League.
Il suo valore di mercato supera i 20 milioni di franchi, anche perché è uno dei migliori terzini al mondo. Sono pochi quelli più bravi di lui sulla fascia sinistra, tra cui naturalmente il brasiliano Marcelo e forse i vari Jordi Alba, David Alaba, Alex Sandro. E se Rodriguez dovesse disputare un ottimo campionato del mondo, le speculazioni su un suo possibile trasferimento e il suo valore di mercato non faranno che aumentare nelle prossime settimane.
Interessante biografia
Ricardo Rodriguez ha 25 anni. È cresciuto a Zurigo, ma le sue radici affondano in Cile. Ha già disputato 54 partite con la nazionale svizzera di calcio e da alcuni mesi è il rigorista designato della compagine elvetica. Infatti è dotato di una freddezza fuori dal comune.
Durante le qualificazioni per i campionati di calcio in Russia è stato l’unico a segnare nella partita contro l’Irlanda del Nord, disputata a Belfast; naturalmente dagli undici metri. “Non penso molto quando devo calciare un rigore”, dice Rodriguez. “Ciò mi renderebbe solo insicuro”.
Ricardo Rodriguez è un tipo interessante, anche se – ma forse proprio per questo – non si lascia andare a battute ad effetto, che tanto piacciono ai giornalisti.
Di recente è stata pubblicata una biografia sui fratelli Rodriguez. Sono tre: Ricardo, Roberto, che veste la maglia dello Zurigo, e Francisco, che gioca a Lucerna. È un trio con una passione irrefrenabile per il calcio e un marcato senso della famiglia.
Nel libro raccontano della loro infanzia e adolescenza nella periferia di Zurigo. Il padre, un giovane stagionale spagnolo venuto in Svizzera, la madre di origine cilena, immigrata ancora bambina. Tre anni fa, la madre ha perso la sua lotta contro il cancro. Da allora i tre fratelli portano la maglia con il numero 68, l’anno di nascita della mamma.
In copertina, la fotografia dei tre Rodriguez: Ricardo è in mezzo ai due fratelli. Non perché voglia attirare su di sé i riflettori, bensì perché il suo percorso calcistico l’ha portato più lontano. Per esempio, a vestire la maglia della nazionale svizzera. E non sarebbe certo una sorpresa se nei prossimi anni il mancino riuscisse a compiere il grande balzo, firmando un contratto per una grande squadra.
Mercoledì contro la Costa Rica, la nazionale svizzera dovrebbe riuscire (basta un pareggio) a qualificarsi per gli ottavi di finale dei Mondiali. Rodriguez però non intende accontentarsi: “La Svizzera è uscita un paio di volte agli ottavi. Ora siamo pronti per fare un ulteriore passo”. Sentita da lui, questa affermazione sembra quasi da prima pagina.
(Traduzione dal tedesco: Luca Beti)
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