Stephan Lichtsteiner, il condottiero svizzero
I mondiali russi per la nazionale svizzera iniziano domenica contro il Brasile. Stephan Lichtsteiner, recentemente passato dalla Juventus all'Arsenal, se la vedrà con la superstar Neymar. Il capitano elvetico potrebbe così coronare in Russia la sua già impressionante carriera calcistica.
Per capire Stephan Lichsteiner si deve assolutamente ritornare a una vecchia polemica: Tre anni fa il capitano della nazionale rossocrociata dichiarò che non voleva fare una distinzione tra “i veri svizzeri e gli altri”. Ma poi aggiungeva che la nazionale elvetica non aveva più figure con le quali la gente poteva identificarsi. Veniva così rilanciato un dibattito che cova da diversi anni nell’ambito del calcio elvetico. “È una questione delicata, lo so, ma è un tema che non possiamo sottacere”.
«I miei colleghi d’origine straniera sono dei bravi ragazzi e buoni calciatori. Ma è importante trovare un buon equilibrio. La gente vuole e deve potersi identificare con la nazionale»
Stephan Lichtsteiner
Stephan Lichtsteiner ha così rilanciato un tema già aspramente discusso nei bar di tutta la Confederazione: la nazionale Svizzera è composta in maggioranza da naturalizzati, ed è un dato di fatto, molta gente pensa che ce ne siano troppi. I giocatori sono perfettamente coscienti della portata di queste dichiarazioni ma Lichtsteiner non ha peli sulla lingua.
E non è da escludere che lo stesso Stephan Lichtsteiner preferirebbe avere in squadra un po’ più di Müller, Meier o Gerber. Ma è ben lungi dal lamentarsi della situazione attuale: “I miei colleghi d’origine straniera sono dei bravi ragazzi e buoni calciatori. Ma è importante trovare un buon equilibrio. La gente vuole e deve potersi identificare con la propria nazionale”.
Contratto con l’Arsenal a 34 anni
Estate 2018. Lichtsteiner rappresenta più che mai la Svizzera tradizionale in questa selezione elvetica. Al suo fianco in Russia solo due giocatori senza origini straniere sono sicuri di essere presenti nell’11 titolare e tutti giocano in difesa: il portiere Yann Sommer e il difensore centrale Fabian Schär. La discussione sui “veri svizzeri e gli altri” può sembrare assurda ai giorni nostri ma molti s’indignano costantemente sul fatto che la maggior parte dei giocatori non cantino il salmo svizzero prima della partita.
Questi indignati hanno però la fortuna di avere in Stephan Lichtsteiner, nato nella Svizzera centrale, uno che il salmo lo canta e di cui poter essere fieri. Lichtsteiner ha dietro di sé una grande carriera raggiunta grazie al duro lavoro, alla sua disciplina e alla sua grande volontà. Dapprima in Svizzera, dall’Adligenswi al Grasshoppers di Zuirog, passando dal Lucerna. Poi all’estero, dove ha vestito le maglie di Lille, Lazio e Juventus. Negli ultimi 7 anni ha vinto un titolo dopo l’altro con il club torinese che ora lascia, a 34 anni, non però per godersi gli allori nella sua bella patria.
Il difensore cercava una nuova sfida. Avrebbe volentieri giocato nel Borussia Dortmund ma il suo prossimo datore di lavoro sarà l’Arsenal, uno dei club più prestigiosi della Premier League inglese. Un club, quello londinese, che dispone di mezzi finanziari quasi illimitati. Ma il campione seriale non si trasferisce a Londra solo per i soldi. All’Arsenal darà sicuramente il meglio di sé ogni giorno per vincere ancora.
Ma prima dell’avventura inglese nella sua agenda Lichtsteiner ha soprattutto la Coppa del mondo di calcio. È sempre difficile prevedere cosa farà Stephan Lichtsteiner ma questo sarà probabilmente il suo ultimo mondiale perché tra 4 anni avrà 38 anni. “Andiamo in Russia – racconta Lichtsteiner – per fare bene. Siamo fiduciosi e ottimisti perché in questi anni non abbiamo fatto altro che migliorare”.
100esima partita con la nazionale Svizzera
Stephan Lichtsteiner ha disputato recentemente a Lugano la sua 100esima partita con la maglia rossocrociata contro il Giappone. Debuttò ai mondiali del 2006 e ora ha raggiunto il ristretto club dei giocatori che hanno indossato più di 100 volte la maglia della nazionale. Un club al quale fanno parte Heinz Hermann (117), Alain Geiger (112) e Stéphane Chapuisat (103).
Durante la cerimonia che ha ricordato questo traguardo, Lichtsteiner sembrava quasi annoiato. Questo combattente nato preferisce esprimersi sui campi da gioco , non nelle sale stampa. Vuole vincere, sempre. La sua ambizione e la sua passione sono leggendarie. E in un certo qual modo non rispecchia lo spirito dei suoi concittadini abituati ad essere soddisfatti di loro stessi e crogiolarsi nel loro benessere.
«La sua ambizione e la sua passione sono leggendarie. E in un certo qual modo non rispecchia lo spirito dei suoi concittadini abituati ad essere soddisfatti di loro stessi e crogiolarsi nel loro benessere»
Fabian Ruch, giornalista
Stephan Lichtsteiner per contro ha sempre cercato di andare oltre i propri limiti. E in questo è anche il simbolo di una nazionale di calcio talentuosa costituita da una nuova generazione che ha totale fiducia in sé stessa. Tra i selezionati ci sono in particolare i giocatori che nel 2009 vinsero la Coppa del mondo under 17. Giocatori come lo straordinario stratega Granit Xhaka. O come il laterale del Milan Ricardo Rodriguez. “Possiamo arrivare in semifinale ai mondiali” disse un anno fa lo stesso Xhaka che Lichtsteiner ritroverà nell’Arsenal.
È probabile che Granit Xhaka erediterà la fascia di capitano da Lichtsteiner. In Russia questi due giocatori saranno i leader della squadra con Valon Behrami, conosciuto per la sua aggressività in campo. La nazionale elvetica ha l’obiettivo ambizioso di arrivare per la prima volta ai quarti di finale. Nel 2006 e nel 2014 ci arrivò vicinissima, così come agli Europei francesi di 2 anni fa.
Nel 2006 e nel 2016 perse contro l’Ucraina e la Polonia ai calci di rigore. Nel 2014 incassò il gol a due minuti dalla fine dei tempi supplementari e perse 1-0 contro l’Argentina che poi arrivò in finale. “Abbiamo i mezzi per andare lontano – afferma Lichtsteiner – ma occorre che tutto funzioni perfettamente”.
Domenica contro Neymar
Ai mondiali russi, la Svizzera è stata sorteggiata in un gruppo impegnativo, con il Brasile, la squadra che ha vinto più mondiali, la Serbia, molto imprevedibile, e il Costa Rica che arrivò fino ai quarti di finale 4 anni fa in Brasile. Se la Svizzera dovesse riuscire a piazzarsi al secondo posto nel proprio girone, negli ottavi di finale incontrerà con tutta probabilità la Germania, detentrice del titolo. Il cammino per arrivare ai quarti è dunque arduo e pieno di insidie. “Meglio prendere una partita alla volta, racconta Lichtsteiner, ogni altri approccio sarebbe irresponsabile”.
«La sua attitudine è eccezionale e la sua classe è indiscutibile»
Vladimir Petkovic, CT della nazionale
Come Valon Behrami, Stephan Lichtsteiner ha un mentale d’acciaio. Sui terreni da gioco, ma anche fuori. È determinato, inflessibile e intransigente. Nel passato è stato spesso troppo feroce, troppo duro ma ha lavorato su sé stesso per migliorare senza però perdere la propria aggressività. Arriva così ad affrontare domenica sera, nella prima partita della Svizzera, una delle più grandi sfide della sua carriera.
Il suo avversario diretto sarà Neymar, il calciatore più caro della storia: il suo trasferimento è costato al Paris Saint-Germain circa 250 milioni di franchi. La superstar brasiliana è tornato due settimane fa sui campi di calcio dopo una pausa di tre mesi. Nei test contro Croazia e Austria, l’asso brasiliano ha realizzato due gol magnifici. Neymar porta sulle proprie spalle le speranze di tutta una nazione. “Ci alleniamo per affrontare queste partite, dice Lichtsteiner, e non abbiamo nulla da perdere contro il Brasile”.
Gli elogi del selezionatore
Tenendo presente la sua età, sarebbe logico che il capitano si ritirasse alla fine dei mondiali. Ma niente è sicuro. Perché vuole sempre di più. E perché un professionista dell’Arsenal non dovrebbe giocare nella nazionale? La sua decisione è attesa con interesse. Dipenderà certamente anche dai risultati in Russia. Comunque sia il selezionatore è felice di avere un leader con tanto carattere nella sua squadra: “La sua attitudine è eccezionale e la sua classe è indiscutibile, afferma l’allenatore della Svizzera Vladimir Petkovic e aggiunge che altrettanto un bene che Stephan Lichtsteiner affronti anche temi delicati”.
È anche interessante constatare che la posizione che Lichtsteiner occupa sul campo è anche quella per la quale la squadra elvetica dispone di diversi giocatori di qualità. La lotta per la sua successione sarà anche simbolica: con Michael Lang e Sylvain Widmer, il selezionatore dispone di due giocatori con chiare radici elvetiche. Ma saranno in competizione con due stelle emergenti, figli della migrazione: Kevin Mbabu et Florent Hadergjonaj.
Traduit de l’allemand par Olivier Huether
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